Il sindaco di Colognola ai Colli Claudio Carcereri de Prati ed i vertici di Acque Veronesi hanno incontrato la stampa per fare il punto della situazione sulla presenza delle sostanze denominate pfas nella rete acquedottistica del comune dell’est veronese. All’incontro hanno partecipato il consigliere di amministrazione Paola Briani e l’ingegnere della società Massimo Carmagnani. Durante la conferenza sono state ricordate le tappe che hanno segnato l’inizio della problematica relativa alla presenza di tale sostanza in Veneto. Dalla ricerca ufficiale dell’Arpav pubblicata nel 2016 è emerso che sono 29 i comuni dislocati tra le provincie di Verona (20), Padova (5) e Vicenza (4) interessati dalla presenza di pfas. La superficie interessata dal plume inquinante è superiore a 180 km2 (dato provvisorio). Sempre secondo lo studio Arpav, Colognola ai Colli non rientra nella lista dei comuni coinvolti. I laboratori di Acque Veronesi hanno provveduto nel corso di questi anni ad effettuare numerose analisi in tutti i centri di produzione di Colognola ai Colli, non riscontrando tracce di nessuno dei 12 composti della famiglia dei PFAS né a Colognola, né nel limitrofo comune di Illasi. La società consortile provvederà inoltre nel corso del 2017 ad effettuare controlli e analisi nelle sorgenti in Val Fraselle e Val Revolto che in parte alimentano la rete idrica della zona. La Briani ha ricordato “come Acque Veronesi abbia intrapreso già dal 2013 una serie di azioni mirate a collaborazioni con importanti enti e Istituzioni nazionali, sempre con l’obiettivo di garantire alla cittadinanza la massima informazione e trasparenza. Non abbasseremo la guardia, ma bisogna evitare inutili allarmismi che potrebbero generare confusione e disinformazione. I cittadini di Colognola possono stare quindi tranquilli”.