“Come Pd Colognese appoggiamo in pieno la richiesta di limiti più stringenti nella nuova autorizzazione che la Regione darà a fine anno al consorzio dei depuratori Arica, avanzata dall’Unità pastorale di Cologna Veneta. Il territorio colognese ha subito per tanti anni l’inquinamento prodotto dalle industrie conciarie del vicentino, ed è giunto oggi il tempo di pensare ad un fattiva tutela del territorio e della salute pubblica. La questione posta dai gruppi pastorali è pertanto della massima serietà, e come tale non deve essere elusa come stanno cercando di fare l’assessore regionale Bottacin e il Sindaco Scalzotto”. Lo dice il nuovo Segretario del locale Circolo Pd Gino Contri, entrato in carica lo scorso 10 ottobre in seguito dell’esito del voto dell’assemblea degli iscritti del circolo PD Cologna Veneta – Adige Guà, comprendente i comuni di Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Zimella e Veronella. “A nostro avviso – prosegue Contri – l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin scarica la responsabilità del rinnovo dell’autorizzazione su altri organi tecnici quando la scelta politica della Regione è sempre stata quella di prolungare a più riprese il tubo permettendo la diluizione degli scarichi del collettore con acqua del Leb sottratta all’agricoltura”. “Al Sindaco di Cologna Veneta, Manuel Scalzotto, favorevole all’ulteriore prolungamento di 4 km della condotta del costo (per ora) di 10 milioni di euro, chiediamo quali miglioramenti ambientali scientificamente dimostrabili porterebbe questo nuovo intervento. I dati noti ci dicono che si stanno già superando i limiti per cromo, Pfoa e Pfos, dimostrati cancerogeni, e che con questo nuovo prolungamento nulla cambierebbe”. “La Regione deve tutelare la salute e gli interessi di tutti e fare in modo che venga ridotto l’inquinamento all’origine, mentre al Sindaco spetta il dovere di difendere gli interessi e la salute dei propria comunità” conclude Contri.