Preseguire senza ulteriori ritardi: è questo l’input che arriva dalla direzione provinciale del Pd.
Su proposta del vicesegretario Alessio Albertini, il vertice Dem, ha ribadito il proprio totale sostegno all’intervento di realizzazione del nuovo collettore del Garda nella configurazione prevista dall’accordo del 2017 sottoscritto da tutti i Comuni rivieraschi. Accordo fondato, si legge in una nota, sul principio dell’autonomia degli scarichi di depurazione delle due sponde gardesane, quindi sulla realizzazione di un nuovo depuratore e collettore per la parte occidentale con abbandono dell’attuale condotta sublacuale collegata al depuratore di Peschiera che fino ad oggi raccoglie anche i reflui dei Comuni bresciani.
“La realizzazione dell’intervento – si legge nel documento approvato all’unanimità – deve partire senza ulteriori ritardi anche sulla sponda bresciana come già avvenuto su quella veronese”.
A tale scopo la Direzione provinciale Pd, attraverso i propri rappresentanti istituzionali e politici, chiede al Governo e alla Regione Veneto di impegnarsi “a tenere fermi, nelle interlocuzioni politiche con la Regione Lombardia ed i Comuni della sponda bresciana, gli impegni assunti nell’accordo del 2017”; trasmette la presente deliberazione ai Segretari Regionali ed al Segretario Nazionale del Partito Democratico “affinché ne tengano conto in occasione di future iniziative politiche ovvero di votazioni in sede parlamentare o di Consiglio Regionale”; conferisce mandato ai Segretari Provinciale e Regionale di assumere “ogni iniziativa utile per rafforzare il dialogo con i livelli territoriali bresciani e lombardi del Partito Democratico”.
Peschiera, da sola, – dicono – non può più farsi carico del collettamento e della depurazione di tutti gli scarichi del Garda. La condotta che oggi raccoglie anche reflui dei Comuni bresciani e li porta al depuratore di Peschiera risale agli anni Settanta, in molti tratti è ammalorata rappresentando un serio ed incombente rischio ambientale.
Il Pd ricorda che nel 2017 è stato stanziato dal Governo allora in carica un finanziamento statale 100 milioni.
“Purtroppo – aggiungono – dopo sei anni, quell’accordo è stato realizzato soltanto per le opere di rifacimento di alcuni tratti sulla sponda veronese ma è bloccato sulla sponda bresciana. Questa situazione – concludono- oltre al rischio di compromettere i finanziamenti già concessi, può seriamente pregiudicare la realizzazione di tutta l’opera e, con essa, la salvaguardia ambientale del lago di Garda, ecosistema florido e risorsa idrica strategica a livello nazionale.