“Che cos’è il genio?” si chiedeva il Perozzi in Amici Miei. “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione” Ecco, il genio. Veniamo a noi e alle contromisure che qualcuno ha cominciato a prendere contro i dpcm non del Conte Mascetti ma di Conte Giuseppe. I ristoranti non possono lavorare alla sera? E allora si reinventano all’alba. Sempre mantenendo tutte le norme di sicurezza, ci mancherebbe. Nuove restrizioni, nuove abitudini. Et voilà: tortellini di Valeggio, pearà, carrello dei bolliti, acqua, vino e caffè. Tutto alle 5.30 del mattino. Costo 25 euro. Sembrava una delle tante provocazioni che in questi giorni girano sulle chat e i social. E invece è tutto vero. Il primo a lanciare l’evento in grande stile è stato Piero Battistoni dello storico “almiere”di Piazza San Zeno. Appuntamento sabato 31 ottobre. L’evento è organizzato in collaborazione con la Pro Loco di Verona. La goliardia a Verona non è mai mancata. Il genio neppure. E non potevano certo venire meno ora. L’estro si esalta nelle difficoltà. Iniziative simili cominciano a prendere piede tanto in città quanto in provincia. È presto per dire se diventeranno un’abitudine o se si tratterà di simpatiche una tantum. I ristoratori non riusciranno certo a pareggiare le perdite, al massimo tamponeranno un po’. E però tali iniziative sono un segnale chiaro e diretto al governo. Oltretutto l’ultimo dpcm presenta una stortura che suona di presa in giro: la chiusura alle 18 tanto valeva anticiparla alle 15. Chi è che va a mangiare alle 4 o alle 5 del pomeriggio, quando i ristoranti hanno la saracinesca abbassata? La misura sembra sia stata presa per ridurre gli indennizzi che giustamente spettano alle categorie danneggiate. Tra cui ovviamente figurano anche i titolari e i gestori dei bar, i quali non possono servire piatti tipici all’alba, ma si stanno a loro volta organizzando per servire spirtz, bianchi e cicchetti. Viene da sorridere, certo. Ma qui la questione è tremendamente seria. I locali si stavano riprendendo dalla mazzata primaverile e ora sono stati scaraventati di nuovo a terra. Noi, nel nostro piccolo, siamo con loro. Viva la pearà! Viva il goto di rosso! Con tutte le misure di sicurezza del caso.
A.G.
Verona, Piazza San Zeno. Da 33 anni la famiglia Battistoni porta in tavola le migliori specialità della tradizione veronese. E si sa che spesso nei momenti di crisi escono le idee più belle, quelle geniali. Sabato infatti il ristorante “Al Calmiere” proporrà una “Cena all’alba”: carrello dei bolliti con la pearà serviti alle 5.30 del mattino.
Ne abbiamo parlato con Martino, il figlio 27 enne dei “paròni” Pietro e Morena, che nella vita normale sarebbe un agente immobiliare, e che in questo delicato periodo si sta sdoppiando per aiutare l’azienda di famiglia.
Com’è nata questa idea di “cenare” con le prime luci del giorno?
L’idea ci è venuta lunedi sera assieme ai ragazzi della Pro-loco e Verona.net, avevamo visto in tv un locale a Venezia che proponeva l’aperitivo all’alba, e da li abbiamo deciso di farlo anche noi proponendo però quello che solitamente ci viene meglio.
Cosa prevede il menù?
Un entree di tortellini di Valeggio in brodo, poi bollito di carni miste con pearà, acqua vino e caffè a soli 25€.
Come stanno andando le prenotazioni?
Abbiamo stilato la locandina in fretta e furia e la stiamo facendo girare su WhatsApp in questi pochi giorni e le prime prenotazioni stanno arrivando. Non avendo certezza del futuro abbiamo deciso di programmarla già questo sabato, così siamo sicuri di poterla fare e dimostrare a tutti qual’è la nostra attitudine.
Quindi cosa sta a significare per voi questo evento?
Non lo facciamo assolutamente per sfidare le istituzioni e tanto meno per lucrare, anche perchè questo menù in una situazione normale costerebbe quasi il doppio. Il messaggio importante che vogliamo far passare è che noi abbiamo voglia di lavorare. Abbiamo praticamente dimezzato la capienza dei nostri locali e rispettato qualsiasi norma lavorando in totale sicurezza. Non vogliamo
aiuti economici, ma la possibilità di fare il nostro lavoro con orari che ce lo consentano.
Come sta andando questa prima settimana di semi-lockdown e quale il vostro pensiero per l’imminente futuro?
L’affluenza prima del nuovo DPCM era buona e si lavorava anche a pranzo, ora la media è molto bassa e non so quanto ci convenga onestamente tenere aperto. Con la chiusura alle 24.00 la gente aveva una sorta di serenità, adesso è bombardata dalle notizie sui contagi e la paura è tornata, tanti poi lavorano in smart-working e mangiano a casa. Secondo noi però purtroppo arriverà un’altra chiusura totale, dispiace perchè le istituzioni potevano prepararsi meglio, è un po’ un cane che si morde la coda.
Siete andati in piazza a manifestare mercoledì?
Siamo andati solo a quella della mattina organizzata dalla FIPE e Confcommercio, è stata una manifestazione pacifica, era giusto esserci per far vedere che siamo in tanti. Speriamo si smuova davvero qualcosa.
Quindi sabato vi aspettate dei clienti con ancora il gusto del dentifricio in bocca?
Il bollito è un piatto molto grasso, ci potrebbe anche stare questo abbinamento… (ride)
Fabio Ridolfi