Coaching, chi ben comincia E’ fondamentale ascoltare e capire i bisogni di chi ti sta davanti

lI termine risorse umane (o Human Resources in inglese, per questo spesso abbreviato in HR), fa riferimento all’insieme di persone che in un’azienda mettono a disposizione le proprie competenze specialistiche nelle attività relative alla gestione dello staff. Dai colloqui di selezione del personale, alla pianificazione delle attività di formazione, agli aspetti amministrativi ed anche alla valutazione dell’operato dei dipendenti, per gestire premi produzione e promozioni, si tratta di un lavoro in cui vengono coinvolte più competenze e soft skills trasversali.Ecco perché i responsabili delle risorse umane beneficiano spesso della consulenza di un coach aziendale. Tiziana Recchia, titolare di Cassiopea ha messo a punto proprio per i professionisti delle HR dei percorsi che li aiutino a migliorare le proprie capacità, poiché nella sua esperienza ormai quasi trentennale ha imparato ad identificare quali siano le situazioni in cui si riscontrano maggiori difficoltà, si tratti del miglioramento dell’ascolto attivo e della comunicazione efficace, o della creazione del pensiero critico nel riconoscimento delle potenzialità individuali.
Le aree di sviluppo del coaching per le risorse umane
Del vero significato dell’ascolto, e dell’importanza del cosiddetto ascolto attivo abbiamo già parlato in un altro articolo. Lavorare nelle risorse umane rende fondamentale saper ascoltare, per capire i bisogni delle persone che si hanno davanti. Non solo nella determinazione delle persone più adeguate da assumere, per essere certi del loro potenziale, e se sono adatte al ruolo richiesto, o a condividere i valori e gli obiettivi dell’impresa.
Le risorse umane rappresentano anche gli intermediari tra il management e i diversi livelli della gerarchia aziendale. Per questo motivo devono sapersi relazionare in modo efficace con persone diverse, capirne le istanze, e riportarle in modo efficace, per appianare le divergenze e far comprendere a tutti le opinioni altrui, anche quando sono contrastanti.Questo e tanto più vero nelle fasi dei colloqui di selezione dei candidati. I responsabili delle risorse umane diventano i primi rappresentanti dell’azienda con cui i talenti entrano in contatto, e sulla base dei quali si faranno poi un’idea dell’appetibilità della collaborazione, dei valori e delle politiche aziendali. È importante, quindi, in fase di colloquio, saper gestire i propri pregiudizi e rivelarsi quanto più obiettivi possibile, per mettere al primo posto l’interesse aziendale. La nostra mente, infatti, attua spesso degli automatismi che passano inosservati, e che prendono li nome di bias, o distorsioni cognitive. Si tratta sostanzialmente di schemi di ragionamento “veloci” e immediati che il nostro processo attua nel momento in cui deve processare un gran numero di informazioni tutte in una volta.lI candidato è sicuro di sé? È vestito in modo classico, o di blu? Allora deve essere perfetto per la posizione. Sbagliato: linguaggio del corpo, tono della voce, risposte del candidato, li modo in cui è vestito, le sue reazioni… nessuna sorpresa che, in un contesto ad alto impatto emotivo per tutti, come un colloquio di lavoro, siamo talmente sopraffatti dalle informazioni da interpretarne alcune in modo automatico, senza rifletterci adeguatamente. lI pensiero critico, quindi, è quanto mai fondamentale, oltre all’attitudine al problem solving, alle doti comunicative e alla capacità di lavorare in team, per essere dei professionisti oggettivi, capaci di trovare le risorse migliori per ogni compito. Mettersi sempre in discussione, farsi continuamente domande sul proprio operato e sulle possibilità di miglioramento proprie e dei team aiuta ad assicurare obiettività e imparzialità nel duro lavoro di Intermediario delle Risorse Umane. Quindi, insegna ad affrontare ogni problema e ogni discussione a mente aperta, senza limitarsi a soluzioni o schemi già sperimentati, accettando punti di vista discordanti e riuscendo a riconciliare la molteplicità di visioni che naturalmente esistono in un’azienda. Questa apertura mentale assicura ai recruiter anche un altro valore, la capacità di riconoscere le potenzialità.

Tiziana Recchia*
*Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da quasi 30 anni è business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento. Collabora con la redazione de “La Cronaca” per portare il suo punto di vista esperto nel mondo del business.
Per scoprire quindi la consulenza più adatta alle tue necessità personali, e capire in che modo Cassiopea può aiutarti a supportare il cambiamento nella tua vita, scrivi direttamente a  tiziana@cassiopeaweb.com o chiama il 347 1513537