Una stagione per ripartire: è questo quello che attende coach Zane Ansell e il suo Verona Rugby. L’allenatore sud africano, subentrato sulla panchina veronese nella stagione scorsa, è ormai grande esperto del Rugby italiano, visto che si trova nel nostro paese da sedici stagioni e ha vestito, prima da giocatore, le maglie di Mogliano, Benetton Treviso e Petrarca Padova e poi da allenatore per diverse stagioni quella del Rugby San Donà. Nella sua carriera ha sempre militato nel Pro 12, la vecchia Eccellenza, il massimo Campionato italiano, da cui nella passata stagione è retrocesso
L’OBIETTIVO. “Vogliamo tornare subito nel Pro 12, abbiamo una rosa competitiva, forse un po’ corta, ma con un po’ di fortuna sicuramente ci sono le possibilità per chiudere in alto già in questa stagione e tornare dopo solo un anno nel massimo campionato italiano.” Per farlo il Verona Rugby dovrà affrontare le insidie del Girone due ovvero quello Veneto. “Nel nostro raggruppamento non ci sono partite facili, soprattutto quando andremo in trasferta. In casa tutte le squadre possono dare fastidio, sicuramente hanno una fame e delle motivazioni in più per giocare meglio davanti al proprio pubblico. Se devo dire delle squadre che secondo me possono essere più insidiose delle altre dico Valsugana, che è retrocessa come noi dal Pro 12, e il Rugby Tarvisium, che ha una bella squadra, solida.” La nuova formula del campionato, che vede solamente le prime classificate dei tre Gironi qualificarsi per i playoff della Poole Promozione, da un lato sicuramente complica il percorso della squadra targata Payanini, dall’altro costringe tutte le squadre a non abbassare mai la concentrazione .
L’ACADEMY. Quando si parla di obbiettivi della squadra veronese per la stagione 2019-2020 non si può non fare riferimento alla crescita dei giovani che vede una tappa fondamentale nel progetto della Verona Rugby Academy. “Un percorso di 5 anni per due categorie under 16 e under18, dove lavoriamo sugli aspetti di base del gioco, ma anche sula nutrizione e sull’aspetto mentale con l’obbiettivo di formare giocatori che possano raggiungere il proprio massimo livello di potenziale al termine dei 5 anni e che possano in futuro fare il salto in prima squadra”
Un passaggio importante è quello della squadra cadetta, militante nel Campionato di Serie B e utile “per accorciare quelle distanze tra prima squadra e giovanile. Non tutti i giocatori dell’U18 sono formati a livello fisico. Questa esperienza li aiuta a crescere”
Giovanni Miceli