Nuove varietà di riso e viti resistenti, pomodori con tolleranza a stress, meli con cicli vegetativi più lunghi. E ancora: flussimetri, stazioni meteo, elettrovalvole e modelli predittivi che indicheranno come comportarsi nei campi in caso di carenze idriche e situazioni meteo anomale. L’agricoltura si affida alla ricerca per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, che stanno stravolgendo le stagioni e i cicli delle colture, causando danni e perdita di redditività. Una ricerca che ha già un piede nel futuro con interessanti sperimentazioni, presentate ieri al convegno di Verona “Cambiamenti climatici e frutticoltura: subirne le conseguenze o gestirle?”, promosso da Confagricoltura Verona in collaborazione con Crédit Agricole, e moderato da Antonio Boschetti, direttore dell’Informatore Agrario.
“I cambiamenti climatici, con frutta e orticole falcidiate da eventi sempre più violenti e imprevedibili, stanno mettendo a dura prova l’agricoltura, che anche quest’anno ha pagato un prezzo altissimo con intere colture decimate da grandine e tempeste, oltre che da gelate tardive e lunghi periodi di siccità – ha detto Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Abbiamo già parziali risposte dalle tecnologie più avanzate per cercare di gestire gli eventi imprevedibili, ma la strada è ancora lunga. Dovremo sempre di più puntare su strumenti innovativi come app, big data, sensori, immagini satellitari e droni, che potranno rendere le coltivazioni italiane più adatte al clima che cambia”.
Secondo Davide Leonardi, vicedirettore regionale di Crédit Agricole, “sarà importante garantire forme di sostegno dedicate in questo delicato passaggio, che sta avendo un impatto enorme sui bilanci delle aziende agricole”.
Giordano Emo Capodilista, vicepresidente nazionale di Confagricoltura e Paolo Ferrarese, vicepresidente regionale, hanno auspicato più attenzione e sostegno per le imprese agricole e un’accelerazione sulla ricerca, che in Italia e in Europa vede ancora molti pregiudizi nei confronti delle tecniche più innovative.