Attivisti per il clima hanno imbrattato l’esterno della Basilica di San Marco a Venezia, nel corso di un’azione che hanno definito “un allarme anti-incendio”. Con un paio di estintori hanno lanciato contro le mura della chiesa del liquido misto a fango, esponendo poi uno striscione con lo slogan “fondo riparazione”. Alcune persone li hanno presi di mira, contestando questa forma di proteste per il clima. Sul posto sono arrivati gli agenti della Digos. “Venezia a breve sarà sott’acqua, non ci sarà più niente di tutto questo. Sarà coperta dal fango e moriremo” ha detto uno dei sei attivisti. I dimostranti sono stati portati via a braccia dalle forze dell’ordine e sono stati portati in questura. “Se amate questa città così come l’amiamo noi, chiedete insieme a noi al governo di eliminare i combustibili fossili”. I dimostranti si sono rivolti ai turisti, traducendo in inglese i loro slogan affinché tutti potessero capire il motivo della loro azione. “Venezia è condannata, dobbiamo agire ora. Serve un fondo di riparazione” hanno gridato verso la piazza, reggendo uno striscione che richiamava proprio alla necessità dello stanziamento, in cima alla lista delle priorità di Ultima Generazione. Nelle dimostrazioni fatte in tutt’Italia, infatti, hanno ribadito la richiesta di un fondo preventivo e permanente di 20 miliardi di euro sempre pronti ad essere spesi per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi. Zaia, “gesto assolutamente da condannare’ “Questa non è la modalità giusta. Rispetto al massimo le proteste democratiche di tutti, ci mancherebbe, soprattutto se riguardano temi così importanti come quello del cambiamento climatico. Abbiamo appena concluso la Cop 28 e mi sembra di capire che da lì grandi segnali non ne siano usciti”. Lo dice il Presidente del Veneto Luca Zaia in riferimento all’azione di stamane degli attivisti per il clima contro la Basilica di San Marco a Venezia. “Ma da qui ad imbrattare la Basilica di San Marco piuttosto che altri edifici direi decisamente no – aggiunge -.Basti pensare che questo imbrattamento poi si tradurrà in un peggioramento del clima. Perchè? Perchè ci sarà più emissione di Co2, qualcuno metterà in moto delle auto per mandare degli operai lì a pulire, ci saranno dei macchinari che verranno accesi, dell’energia elettrica che verrà utilizzata. A me sembra quasi un controsenso”, conclude Zaia.