L’alluvione dell’Emilia-Romagna, con 24.000 ettari di superfici agricole danneggiate, ha riportato in primo piano la necessità per le aziende di assicurarsi per tutelarsi da eventi estremi indotti dai cambiamenti climatici. A frenare le adesioni alle polizze agricole e ai fondi mutualistici sono, però, i grandi ritardi con cui il ministero paga i contributi promessi. Da mesi, infatti, le aziende veronesi attendono gli aiuti, che possono ammontare a decine di migliaia di euro per le strutture più importanti, mettendo in difficoltà bilanci e programmazioni.
“Le nostre aziende agricole sono tra le più virtuose, dato che più di una su due ha stipulato una polizza assicurativa per prevenire danni da grandine, siccità, alluvione o altri eventi dannosi – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Ma a fronte dell’impegno dimostrato dai nostri imprenditori, dato che ci sono aziende chAnche il fondo Agricat, il nuovo fondo mutualistico nazionale finanziato da contributi europei, entrato in vigore da quest’anno per la gestione dei rischi incrementati dai cambiamenti climatici, stenta a decollare. “Altre nazioni, come Spagna e Francia, si sono mosse per incentivare le polizze e incrementare le risorse, aggiungendo contributi statali a quelli Ue – osserva De Togni -. L’Italia invece non si è ancora attivata, anche se ha stanziato cento milioni per far partire il sistema almeno in Emilia-Romagna. Bisogna però accelerare e provvedere a introdurre i dovuti finanziamenti, che peraltro sono già di pertinenza agricola, perché gli eventi catastrofici si susseguono con sempre più frequenza e intensità. Ricordo, infatti, che i soldi previsti a livello nazionale per il fondo Agricat, circa 350 milioni di euro, sono già prelevati dalla quota della Pac, la Politica agricola comune, destinati a questa nuova forma assicurativa”.
e pagano anche più di 100.000 euro all’anno per assicurarsi, il ministero non si dimostra altrettanto affidabile dato che Agea, l’agenzia statale per le erogazioni in agricoltura, non ha ancora pagato la percentuale pattuita dei premi assicurativi 2022, che avrebbero dovuto essere arrivati già a fine anno. Così sia le aziende che i consorzi come il Codive e il Codipa si trovano in difficoltà e faticano a onorare i debiti contratti con le banche”.
In Italia sono Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte a vantare la percentuale maggiore di aziende agricole assicurate. Secondo i dati di Ismea, a livello nazionale i valori assicurati nella campagna 2022 hanno raggiunto 9,3 miliardi, in crescita del 5% rispetto al 2021. Nel Veronese il valore assicurato è di circa 300 milioni di euro, che vede in testa il settore vitivinicolo con più della metà del valore assicurato (55%), seguito dalla frutta (25% del valore), dal tabacco e dai seminativi (20%). “Gli eventi estremi degli ultimi anni, dalle grandinate devastanti alla forte siccità, dalle gelate primaverili ai fenomeni alluvionali, hanno indotto molte aziende agricole a correre ai ripari– dice De Togni -. È aumentata molto la sensibilità nei viticoltori, essendo l’uva un prodotto di pregio, ma anche in altri agricoltori che hanno costi fissi alti, come ad esempio nel tabacco e nella frutta”.