Sicurezza stradale, addio circolo virtuoso, scrive l’Asaps, il portale della sicurezza stradale: dopo 15 anni, secondo i dati Aci-Istat, tornano ad aumentare le vittime. Era dal 2001 che non succedeva un fatto del genere: di anno in anno – con grande fatica – eravamo arrivati nel 2014 a quota 3.381 lenzuoli bianchi stesi sull’asfalto, per poi assistere lo scorso anno ad un’incredibile impennata: 3419 vittime. Per capire quali sono le province a più alto rischio (tenuto conto della mobilità), è stato incrociato il numero di vittime con il numero di veicoli immatricolati. Per il 2014 il bollino rosso va alla provincia di Foggia con 13,2 vittime ogni 100 veicoli. Alla provincia di Foggia seguono, nella classifica delle più pericolose, Carbonia-Iglesias (12,9) e Belluno (12,4). Tutte ben al di sopra della media nazionale che si assesta a 7 morti ogni 100 mila immatricolazioni. E Verona? Si colloca al 24° posto. Nel 2014 su 765.378 veicoli, ci sono stati 73 vittime, di cui 33 sulle strade urbane (45%) a dimostrazione della pericolosità della città, 4 in autostrada (5%), 36 su altra rete (49%). Dunque con 9,5 vittime ogni 100mila veicoli. Una percentuale superiore alla media nazionale. Verona si colloca nel Veneto al terzo posto, dietro Venezia con 52 morti (10,2%) e Belluno con 21 morti (12,4%). “Dall’inizio dell’anno”, spiega il comandante della Polizia locale Luigi Altamura, “abbiamo avuto 40 morti dall’inizio dell’anno. in provincia di Verona. Se si pensa che nel 2006 erano stati 107, si capisce come molto è stato fatto, ma bisogna incidere ancora di più”. Tra le cause principali – sempre secondo solo i dati di Polizia di Stato e Carabinieri – c’è l’utilizzo dello smartphone: 48.524 sono le infrazioni commesse nel 2015 per il mancato utilizzo di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare, il 20,9% in più rispetto al 2014. La Polizia sta sperimentando l’uso del Telelaser per scoprire da lontano chi parla al cellulare, mentre l’Asaps, propone che alla violazione consegua subito ritiro della patente con sospensione da 1 a 3 mesi alla prima violazione e il sequestro come “fermo amministrativo” del cellulare per un mese (tre mesi alla seconda violazione nel biennio), una misura che potrebbe essere veramente dissuasiva visto il “valore” che ha il cellulare per ognuno di noi.