Lavori in corso, si dice così, no? O, se preferite, “cantiere ancora aperto”.
L’Hellas è questo, per ora, ma i luoghi comuni non aiutano a togliere qualche dubbio, nè ad aumentare le certezze. Tocca a Cioffi, farlo. A partire dal modulo, che, detto tra noi, lascia ancora qualche dubbio. Perchè non tornare al “caro, vecchio (si fa per dire) 3-4-2-1? L’arrivo di Verdi e Hrustic, ma anche la “scoperta” di Lazovic trequartista (e di Doig esterno affidabile) impongono scelte forse dolorose (fuori Lasagna?) ma inevitabili. Senza pensare che questo, comunque lo si voglia vedere, è il modulo che ha fatto le fortune di Juric e Tudor.
Altro capitolo-chiave: il recupero di qualche big. Tameze in panchina, diciamolo, grida vendetta. Idem per Faraoni, al netto di qualche acciacco che può averlo frenato. Nè è pensabile che questi siano così “spompati” da non poter tornare protagonisti come un anno fa. Sia chiaro: giusto valorizzare i giovani, vedi Terracciano. Ma proprio perchè giovani è giusto dare a loro il tempo di crescere, con calma.
E, per tornare all’attacco, non scarteremmo a priori la carta-Djuric, finora sottoutilizzato da Cioffi. Certo, Djuric non è un bomber, ma è quel tipo di attaccante che “fa legna” per tutti, che tiene alta la squadra, che non si chiama mai fuori. A Salerno, è stato tra i big della squadra “miracolosa” di Nicola. Un trascinatore. Possibile che sia così “fuori dagli schemi”, da non giocare mai?
Anche al posto di Henry, qualche volta. O anche in coppia, in certe partite.
Insomma, non che a Cioffi, oggi, manchino carte buone, nel mazzo. L’Hellas, anche questo va detto, è sicuramente meno forte di un anno fa. Ma non sembra, onestamente, neppure così debole Tocca ora a Cioffi, a partire da Firenze. Anche se gli ex Amrabat e Barak non promettono niente di buono…
Raffaele Tomelleri