«Voglio essere considerato un poeta jazz. Uno che suona un lungo blues in una jam session in una domenica pomeriggio».
50 anni fa moriva il padre della generazione Beat: Jack Kerouac. Beat è rottura degli schemi, riflesso di quella che è una generazione che ripudiava la guerra e il materialismo per lasciare spazio all’esaltazione dell’immateriale, della libertà, del vagabondaggio come strumento di scoperta e del mondo come unica casa.
Questo stare “nel beat” ha toccato ogni sfera, dalla vita sociale alla scrittura, fino alla musica. Quella jazz, la musica nera.Jazz era anche la sua scrittura, definita da Kerouac stesso come “spontaneous bop prosody”, ovvero un metodo compositivo Jazz valido nella musica così come nella scrittura.
E così Kerouac componeva i suoi versi letterari: basandosi sulla teoria del respiro chiamata “breath and speech”. Improvvisazione e flusso di coscienza.A soli 29 anni Kerouac scrisse il suo libro-manifesto “On the Road”, dove la voglia di viaggiare non si sazia col viaggio stesso, ma solo attraverso l’avventura come mezzo di scoperta dell’ignoto. V. Rig.