È partita la raccolta delle ciliegie in provincia di Verona, anche se per ora riguarda solo le zone di pianura. I prezzi sono buoni, ma solo le produzioni di qualità e con grandi pezzature.
“Ci sono stati anni in cui le ciliegie precoci venivano pagate molto, a prescindere dalla pezzatura – sottolinea Francesca Aldegheri, referente di giunta di Confagricoltura Verona per il settore frutticolo -. Quest’anno invece viene premiata la qualità e il calibro dei frutti. Chi ha lavorato in questo senso riesce a prendere anche 4 euro al chilogrammo, se la qualità è medio-bassa, invece, si viaggia su 1,80 euro. La coltura delle ciliegie oggi richiede sempre più specializzazione e ottime pratiche di produzione, altrimenti si fatica ad avere soddisfazione nella redditività”.
Si attende di capire quali sono le conseguenze delle gelate. “Al momento, da quanto stiamo vedendo con quest’inizio raccolta, ci sembra che le varietà precoci siano state risparmiate – spiega Aldegheri -. Temiamo che i danni saranno più sulle tardive, contrariamente a quanto avevamo creduto un mese fa, come i duroni Regina e la varietà Coria”.
E con il caldo, purtroppo, sono state avvistate anche le prime cimici: “Le vediamo già in azione sulle file esterne dei frutteti e comincia a vedersi anche il danno”, riferisce Aldegheri. L’anno scorso gli agricoltori denunciarono perdite dal 30 al 100 per cento del prodotto per quasi tutta la frutta.
La provincia di Verona vanta il 77% della superficie veneta coltivata a ciliegie, con 1.629 ettari (dati 2019 di Veneto Agricoltura), il 4,2% in meno rispetto al 2018. Seguono a notevole distanza le province di Vicenza (268 ettari, -0,8%) e Treviso (138 ettari, +0,1%). L’anno scorso la produzione segnò un calo del 35 per cento a causa delle avverse condizioni meteo e della cimice. Nonostante le minori quantità disponibili sul mercato a livello locale, i prezzi furono in linea con quelli dell’anno precedente. Il prezzo medio annuo, registrato sulla piazza di Verona, risultò pari a 2,27 euro al chilogrammo.