Ciclisti “illuminati” ma con calma Sono più numerosi coloro che usano le luci di sera ma i progressi in 12 anni sono lenti

I ciclisti si fanno luce, ma con calma. Uscire dal buio è una questione di sicurezza, ma il processo è lento. L’edizione 2023 dell’iniziativa Ciclista Illuminato, l’artigianale rilevazione con cui Fiab Verona ogni autunno, col buio, testa l’uso delle luci da parte dei ciclisti urbani veronesi, conferma la tendenza delle ultime edizioni. Continua, infatti, la lenta ma sensibile crescita della categoria dei “quasi illuminati”, ovvero dei ciclisti dotati di entrambe le luci ma non dei catarifrangenti ai raggi che dal 25,9% della rilevazione 2011 oggi, 12 anni dopo, sono saliti al 40,8%.
Assieme al 6,7% dei perfettamente illuminati, rappresentano il 47,5% del campione (nel 2011 erano soltanto il 28,3%). Il bicchiere è dunque mezzo pieno? Andiamo con ordine. La conta si è svolta il 7 novembre dalle 17.20 alle 18.50 in quattro varchi della città storica (Castelvecchio, ponte della Vittoria, viale Piave, Saval). Sono stati contati 1.041 passaggi di mezzi a due ruote, qualcuno in meno rispetto ai circa 1.200 circa del 2022. Il 34,8% dei ciclisti era privo di ogni dispositivo luminoso; il 17,7% aveva soltanto una luce o i catarifrangenti ai raggi; il 40,8% aveva entrambi le luci, ma non sempre i catarifrangenti; soltanto il 6,7% era perfettamente in regola con la normativa, che prescrive luci e catarifrangenti. Ricordiamo che Il giubbino riflettente è obbligatorio solo in ambito extraurbano o in galleria.
Bisogna ammettere che essere “quasi in regola” non è sufficiente. Preponderante è ancora la sottovalutazione del rischio e l’approccio lassista alle regole. Purtroppo le bici possono essere vendute senza luci, infatti i ciclisti più spenti sono quelli che usano le MTB. In prossimità di campi sportivi, abbiamo per esempio visto sfrecciare tantissimi adolescenti in sella a MTB prive di qualunque dispositivo di
illuminazione.
Molti poi per paura dei furti, utilizzano bici obsolete e non sempre a posto con le luci. La morale? Bisogna continuare a lavorare e ad insistere, istituzioni comprese, soprattutto con i più giovani perché un ciclista illuminato è una persona in regola con la legge, è ben visibile sulla strada ed è più sicuro per se e per gli altri.