Ciao Valentino, con te il pallone ha vissuto un’epopea picaresca Fioravanti, cronista sportivo, aveva 92 anni. Sabato i funerali. Narratore delle imprese dell’Hellas da Garonzi allo scudetto con Bagnoli, inventò soprannomi per tutti, compresi Gringo Clerici e Garellik. Il maestro Gianni Reif

El Gringo, Pantofola, Singer. Per arrivare al famosissimo Garellik. Se ne è andato a 92 anni il papà del giornalismo sportivo veronese.
Valentino Fioravanti è morto all’ospedale di Negrar dopo una vita dedicata a raccontare le vicende del calcio gialloblù.
Cronista del quotidiano L’Arena ai tempi del Verona di Saverio Garonzi ma soprattutto narratore dell’Hellas tricolore, quello allenato dal suo buon amico Osvaldo Bagnoli.
Fioravanti ha saputo emozionare. A lui, appunto, vanno riconosciuti i meriti di una cronaca sportiva nuova, divertente, che culminava spesso con i nomignoli con cui venivano etichettati i protagonisti sul terreno di gioco.
Clerici che nella penna di Fioravanti diventa El Gringo, Mazzanti, sua la rete della vittoria nello spareggio per la A a Terni contro il Catanzaro, è Pantofola sino agli attori dello scudetto, Singer Sacchetti per la sua capacità di legare fase offensiva e difensiva, Garellik, autentico super eroe a difesa della porta gialloblù.
Fioravanti è stato allievo di un altro grande giornalista dalla penna singolare, Gianni Reif, veronese d’adozione, fondatore del Guerin Sportivo.
Da Reif trasse l’idea di una scrittura brillante, affidata alla battuta e alla provocazione. In tanti hanno tentato di imitarne lo stile, ma Valentino è rimasto unico. Una volta in pensione trascorse molto tempo in Costa Azzurra ma non seppe mai recidere il suo legame con Verona, la sua città, la sua casa in via Baracca in Borgo Milano.
Fioravanti è stato un grande giornalista, lascia in dote un linguaggio popolare auspicato oggi dai grandi editori di massa. Ma soprattutto l’immagine di un giornalista diverso, lontano dall’attuale. Il Verona, soprattutto quello della presidenza Garonzi, è stata casa sua.
Fioravanti era cronista vero, viveva in sede, annusando letteralmente la notizia, era a bordo campo durante gli allenamenti, non era solo il giornalista, era l’amico di tutti, di Valcareggi, di Zigoni, di Bagnoli. Siamo cresciuti leggendo Fioravanti. Amando le sue cronache e un calcio che non c’è più.
Le sue cdronache e il suo grande ruolo di giornalista sportivo li ha voluti ricordare anche il presidente della Regione Luca Zaia: ““La sua penna ha raccontato e commentato tanti momenti dello sport veneto e ha contribuito a dare un alone di leggenda alla conquista dello scudetto da parte dell’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli nel 1985”.
“Verona e il Veneto”, afferma il presidente Zaia, “con lui perdono un testimone importante e un cronista che sapeva guardare oltre l’evento sportivo”.
Fioravant ha scritto le pagine più belle dell’Hellas in occasione del tricolore e le più tristi per le retrocessioni, sempre su L’Arena di cui è stato caposervizio.
“Le cronache di Fioravanti restano a sottolineare la grandezza di tanti campioni ma anche quella del cronista. In questo momento sono vicino ai familiari e a chi gli ha voluto bene. A lui invio un pensiero” conclude Zaia.
I funerali sabato alle 15 nella chiesa di santa Maria Immacolata in via San Marco.
Le condoglianze ai figli Luca, anch’egli ottimo giornalista, Marco, il primogenito e Claudia.

Mauro Baroncini