E’ Andrea Lavagnoli il nuovo presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori (Cia). E’ stato votato ieri, all’unanimità, durante l’assemblea elettiva che si è svolta all’hotel Catullo di San Martino Buonalbergo. A lanciare la sua candidatura è stato Michele Pedrini, presidente dimissionario per motivi di lavoro, nominato ieri nel ruolo di vice in quanto figura di riferimento per l’imprenditoria veronese e, in particolare, del comparto lattiero-caseario. Viticoltore e olivicoltore nell’azienda di famiglia a Pigozzo, Lavagnoli ha 30 anni ed è il più giovane presidente della Cia a livello italiano. Nella sua relazione programmatica ha scandito la necessità di restituire reddito agli agricoltori: “Nella provincia di Verona ci sono filiere di grandissima importanza – ha detto -, che in alcuni casi sono addirittura di rilievo nazionale. Nonostante questo, troppo spesso si trovano escluse dalle politiche e dalle strategie dell’industria di trasformazione e della grande distribuzione. Sarà quindi fondamentale operare contro queste incongruenze che mettono le nostre aziende, con i loro costi fissi e i loro margini determinati, sotto scacco da parte della grande distribuzione, che non riconosce il valore del nostro lavoro e dei nostri investimenti”. Lavagnoli punta anche a creare una base di giovani “da far crescere all’interno della nostra associazione per creare la Cia di domani” e a rafforzare i rapporti con le istituzioni, “risultando interlocutori credibili ed assumere più peso specifico in sede decisionale”.
All’assemblea era presenti il presidente nazionale Dino Scanavino e quello regionale Flavio Furlani. “Avere un giovane alla guida di una Cia provinciale è una ricchezza in ottica futura e una ventata di freschezza che può aiutare ad affrontare con quella dose di visionarietà, tipica dei giovani, il momento complesso che ci troviamo ad affrontare. Abbiamo grossi problemi come il latte, il crollo dei prezzi dei cereali pagati la metà dell’anno passato, la necessità di rivedere la Politica agricola comune e la fragilità di un’Europa non più unita dopo la Brexit. Il problema dei redditi è drammatico e noi associazioni lo viviamo quotidianamente. Abbiamo organizzato un ufficio assistenza crediti per intervenire su situazioni difficilissime di aziende, che senza sostegno chiuderebbero. Dobbiamo mettere in campo tutta la nostra capacità di progettare e incidere nelle decisioni politiche affinché l’agricoltura torni ad occupare il posto che le spetta nell’economia italiana”. Infine una stoccata al ministro Maurizio Martina, ospite della giornata organizzata a Verona da Coldiretti: “Protesta contro l’embargo russo che hanno provocato lui e il suo governo”.