Nel Veronese la raccolta delle fragole è alle porte, ma mancano i raccoglitori. I problemi legati al click day flussi, con il sistema andato in tilt a causa dell’enorme quantità di domande per la manodopera, rendono infatti difficile sapere quando e se arriveranno i lavoratori richiesti dalle aziende. E se dovesse arrivare il caldo ma non ancora la manodopera, per le fragole sarebbe un vero e proprio disastro.
“Abbiamo iniziato ieri la raccolta delle precoci Clery, che vengono destinate in Germania, ma per ora è poca cosa – spiega Damiano Valerio, azienda a Raldon, referente per il prodotto di Confagricoltura Verona e membro dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese -. La settimana inizieremo con l’Anthea, ma il grosso della raccolta comincerà il 20 aprile. Adesso per fortuna fa fresco, ma non appena partirà il caldo i frutti matureranno in fretta e tutti assieme. Io sto aspettando venti persone tra manodopera già utilizzata in passato e nuova, ma per ora è tutto in alto mare. Il sistema del click day è inconcepibile. Non è possibile che, per reclutare il personale, si usi una lotteria che non ci permette di programmare con serenità e sicurezza il nostro lavoro. L’anno scorso sbloccarono il software a giugno, e il risultato fu che mi arrivarono le squadre di lavoratori tra agosto e settembre. E, ovviamente, un po’ di fragole ho dovuto lasciarle nel campo. Ho un piccolo gruppo fisso che provvede alla raccolta iniziale, ma da fine aprile mi servono molti raccoglitori in più. Qui nella zona tutti i fragolicoltori sono molto preoccupati”.
Secondo i dati 2022 di Veneto Agricoltura la superficie regionale investita a fragola ha evidenziato un piccolo incremento, portandosi a circa 370 ettari (+2%): la crescita è da attribuirsi principalmente alla coltivazione in coltura protetta (poco meno di 330 ettari, +3,1%). Gli investimenti si concentrano per l’80% nella provincia di Verona, dove la superficie è pari a circa 300 ettari (+4,8%).
Problemi di siccità non ce ne sono: le fragole abbisognano di poca acqua e tutti gli imprenditori agricoli si avvalgono di impianti a goccia. “A pesare è l’aumento vertiginoso dei prezzi – sottolinea Valerio -. I costi di produzione sono aumentati del 30 per cento tra gasolio, elettricità per le celle frigorifere e imballaggi. Speriamo che i prezzi siano soddisfacenti. L’anno scorso il mercato andò bene, in quanto fummo avvantaggiati dai problemi legati al meteo in Spagna, che produsse meno fragole rispetto agli abituali standard. Gli spagnoli sono in ritardo con la raccolta anche quest’anno, a causa del freddo”.
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