Ci sono due nuove pietre d’inciampo a Verona, dedicate alla memoria di Armando Di Pietro e Renato Mancini, fra le i 67 Martiri di Fossoli. Le due cerimonie per il loro posizionamento si sono tenute questa mattina, in via Fincato 9 (Di Pietro) e Corticella Fondachetto (Mancini), alla presenza del sindaco Damiano Tommasi e dell’assessore alla Memoria storica Jacopo Buffolo.
Presenti, oltre alle rappresentanze civili e militari cittadine, Maria Cleope Filippi vicepresidente della Fondazione Fossoli, vice presidente dell’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti – ANED Eugenio Lafrate, Diomira Pertini (nipote dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini) Presidente dell’Associazione nazionale Ex deportati nei campi nazisti – ANED Sezione di Verona. Intervenuti anche alcuni parenti dei martiri commemorati, la nuora di Armando Di Pietro, Primavera Caidina, e due nipoti Renato Mancini, Renata e Roberta Giusti.
Armando Di Pietro e Renato Mancini erano due militari italiani e partigiani arrestati a Verona e poi deportati al campo di Fossoli, dove la mattina del 12 luglio del ‘44, sono stati fucilati con un colpo alla nuca insieme ad altri 65 martiri. I corpi vennero subito occultati e riesumati solo alla fine della guerra. Nelle pagine drammatiche della storia italiana della seconda guerra mondiale, il Campo Fossoli, vicino a Carpi, nel modenese, ha rappresentato il luogo di transito utilizzato dalle SS tedesche per la deportazione ai lager in Germania. Un luogo dell’orrore, da dove, il 12 luglio del 1944, vennero prelevati i 67 civili antifascisti dai 16 ai 64 anni che trovarono di li a poco la morte, tramite fucilazione, nella vicina al poligono di tiro di Cibeno di Carpi.