Il dato è emblematico: in Veneto, su 11.219 tamponi analizzati nelle ultime 24 ore, soltanto 32 sono risultati positivi, la percentuale inferiore dall’inizio dell’epidemia. “Resta il fatto che finché troviamo anche solo un positivo significa che il virus ancora presente nel territorio ha sottolineato giustamente il governatore Zaia il quale invita a non abbassare la guardia. E’ pur vero però che un dato simile non può più giustificare provvedimenti particolarmente restrittivi da parte del governo, che infatti da lunedì su pressione delle Regioni permetterà la piena ripartenza, o quasi. Uno sguardo generale ai numeri: in Veneto i soggetti attualmente positivi sono 4.718, di cui 4.436 in isolamento domiciliare. I decessi complessivi sono 1.743, dei quali 1.290 in ambito ospedaliero. Negli ospedali sono ricoverati 623 pazienti, tra positivi e negativizzati: 62 le persone in terapia intensiva. Verona, dove il contagio è comunque in sensibile diminuzione, rimane la maglia nera regionale, con 1.758 persone ancora infette, anche se l’aumento è stato solo di dieci unità. Quattro i nuovi decessi, tutti in casa di riposo.
L’ANALISI
“Stanno calando i ricoveri e le terapie intensive in maniera vistosa” ha evidenziato Zaia parlando del quadro regionale. “Sono passati 10 giorni dal 4 maggio, quando si aperto con i codici Ateco, e se c’era la preoccupazione della reinfezione dopo la ‘liberazione’ di un milione e 200 mila veneti, a oggi non abbiamo contezza o segnali di focolai”. Lunedì sarà il d-day, il giorno 18 è nel calendario di tutti. Il governatore, a proposito dei protocolli lavorativi da rispettare, ha le idee chiare: “Le linee dell’Inail sono discrezionali, i famosi 4 metri sono frutto di un lavoro a tavolino da parte dei tecnici, i nostri dicono altre misure. Non è una norma automatica – ha spiegato il presidente leghista – ma deve essere mediata dell’umanità di quelli che ci lavorano. Abbiamo un’intesa verbale col premier sulle linee guida generali. Per certi settori economici sono impossibili da mettere in pratica, basti pensare all’Harry’ Bar di Cipriani: con quelle norme potrebbe avere un solo tavolo al piano terra e uno al primo piano. Perché non avere un approccio mitteleuropeo?” si è chiesto Zaia. “In Germania e in Austria danno solo indicazioni di massima con delle icone illustrative”. Il governatore ha poi annunciato che in base all’ultimo accordo verbale con Conte, le Regioni avranno potere estensivo del nuovo “dpcm”, atteso tra domani e venerdì: “Noi chiediamo l’apertura di molte attività tra cui tutte quelle commerciali, bar ristoranti e servizi alla persona, ma chiederemo pure l’apertura dei centri sportivi, palestre e piscine”. Il Veneto ha già chiuso l’accordo per gli spostamenti interregionali col Friuli Venezia Giulia e a breve farà lo stesso col Trentino Alto Adige.
VERONA APRE
Nel frattempo, a Verona, l’assessore alla Cultura Briani ha annunciato che lunedì oltre alle attività commerciali finora rimaste chiuse, riaprirà anche la biblioteca civica: “E’ già possibile il prestito, verrà garantito l’accesso in estrema sicurezza, con barriere frontali. Contiamo di aprire anche i 12 punti di lettura nei quartieri, appena arrivano le ultime attrezzature, pensiamo nel prossimo fine settimana. Dei 240mila prestiti dell’anno scorso” ha precisato l’assessore “tre quarti sono nei punti lettura”. Il sindaco si è soffermato sulle attività commerciali: “I parrucchieri possono aprire già da lunedì. Di solito è il loro giorno di chiusura, ma se si apre tutto dal 18, anche loro possono aprire. Resta incandescente la questione economica: “Il governo chiede ai Comuni di applicare esenzioni a molte tasse, da quella sui plateatici a quella di soggiorno, ma per farlo devono arrivare risorse sufficienti dallo Stato, altrimenti si devono tagliare servizi. Nel bilancio di Verona queste tasse hanno un impatto forte, ci devono dire cosa dobbiamo fare”.