Una cifra record. Il marchio Chievo è stato, dunque, assegnato. Ad utilizzarlo sarà la Clivense del duo Sergio Pellissier ed Enzo Zanin, la punta di un iceberg che ha, evidentemente, tanto ghiaccio sotto il livello del mare. Perchè la cifra che tra meno di tre mesi le due ex bandiere della squadra della Diga dovranno versare ai curatori fallimentari è assolutamente considerevole e, probabilmente, fuori mercato. Basti pensare che la base fissata per la seconda asta, andata deserta, un paio di mesi fa, era di 280 mila euro e che lo scorso anno fu assegnato quello del Palermo per una cifra decisamente inferiore. Ma nella storia di una situazione simile, l’acquisizione di un marchio sportivo, di fatto andarsi a prendere la storia che quel nome rappresenta, non si sono mai registrate due cordate così interessate, così pronte a darsi battaglia. La Clivense, va detto, ha sempre operato alla luce del sole e con la massima trasparenza.
“Ce lo impone la nostra composizione societaria – hanno sempre detto Pellissier e Zanin – non siamo noi a decidere, ci sono 800 soci che compongono la società, ogni decisione spetta a loro”. Perchè la Clivense, va ricordato, è un unicum nel panorama calcistico nazionale, una società sorta in maniera assolutamente originale, una start-up che si è finanziata attraverso un’operazione di crowdfunding, ossia una folla (crowd) che ha finanziato (funding). L’offerta fatta dalla Clivense è stata di 100 mila euro. Che i curatori fallimentari avevano definito congrua. Ma a sorpresa e nonostante le dichiarazioni rese qualche settimana prima ecco intervenire nell’asta la cordata guidata dal presidente del Vigasio Cristian Zaffani.
A bocce ferme il legale dell’ex patron del Chievo Luca Campedelli ha chiesto di non accostare il nome del suo assistito all’asta. Vero, fisicamente Campedelli non si è mai visto ma ritenerlo estraneo alla vicenda è impossibile. Poco più di un anno fa, infatti, al Bottagisio proprio Zaffani indisse una conferenza stampa per annunciare il progetto del Chievo Vigasio con l’ingresso nella compagine societaria dell’amico Luca Campedelli. Il Vigasio da quel giorno in poi ha incrociato la strada dell’ex Chievo, allenandosi al Bottagisio, giocando con le maglie del Chievo, inserendo in società Marco Pacione, tra i pochi ancora a non aver abbandonato Campedelli, come direttore sportivo, incassando anche il richiamo dei curatori fallimentari per l’utilizzo, indebito, del marchio Chievo. L’impressione è che la partita non sia ancora chiusa e si possa giocare ora su un altro fronte. A metà giugno, infatti, ci sarà l’asta per l’aggiudicazione del centro sportivo Bottagisio. Le cifre sono diverse e gli interessi molteplici. Non solo Clivense e Vigasio, infatti. Anche il Verona del presidente Maurizio Setti ci avrebbe fatto un pensierino per le giovanili. E non ci sono solo campi di calcio ma anche una bellissima palestra per la pratica della spada e strutture per il canottaggio. Altra partita tutta da giocare e altro probabile braccio di ferro.
Mauro Baroncini