Non è questione di giorni,ma la svolta storica potrebbe essere più vicina di quanto si pensi. Il Chievo attende con ansia di conoscere il suo futuro. Non tanto tecnico, per quello, la strada è tracciata e ci pensa De Giorgis a guidarlo. Zaffaroni in panchina, una serie B di piccolo cabotaggio (o d’assestamento), almeno sulla carta, in attesa di tempi migliori.
Tempi migliori che, attenzione, potrebbero coincidere con la “svolta societaria”, di cui s’è parlato qualche settimana fa, ipotizzando la possibile cessione della società. Voce, va detto, alla quale il presidente Campedelli non ha mai opposto smentite. Anzi. “Sì, se arrivasse qualcuno che può garantire al Chievo meno sofferenze, io mi faccio da parte” ha ammesso il presidente. “Sono qui dal ‘92, ne ho viste di tutti i colori e abbiamo vissuto stagioni irripetibili. Non c’è in Italia, a parte la Juve, una società che abbia una continuità societaria come la nostra…”.
Come a dire, anche la famiglia Campedelli potrebbe avere il diritto di essere stanca. Lo è, di sicuro, il presidente. Stanco per le ultime stagioni, difficili tecnicamente e, soprattutto, economicamente e per un orizzonte per niente roseo. Iscrizione al campionato “sofferta”, prospettive ridotte, situazione economica complicata. Ecco allora che le voci di una possibile cessione, sono diventate sempre più forti. E in particolare dagliStati Uniti guardano al Chievo come a un brand assolutamente appetibile. Per la storia recente, per l’originalità del percorso, perla possibilitàdi sbarcare nel calcio italiano, seguendo fior di esempi. In più, da un punto di vista imprenditoriale, il Chievo offre vantaggi che altre società non hanno. Perchè costa relativamente poco, perchè è apprezzato, perchè dà ampie possibilità di sviluppo. Quello che Campedelli, oggi, non vede più. Dagli Stati Uniti dicono: “La questione dovrebbe andare in porto entro luglio, massimo metà agosto”. Aspetta anche Campedelli, sospeso tra sentimenti e realtà. Come finirà?