Sono l’ex direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, Paolo Castelletti, amministratore delegato di Uiv; Alessio Aiani, direttore finanziario di Uiv e Pietro Versace, consulente sia di Uiv sia di Veronafiere spa i quattro indagati per i quali la Procura europea ha chiesto il rinvio a giudizio per una presunta truffa ai danni dell’Unione europea. Chiesto il rinvio a giudizio anche per le due società, appunto Unione Italiana Vini servizi società cooperativa (che ha sede proprio nei palazzi di Veronafiere) e Veronafiere spa. Già nei mesi scorsi Veronafiere che nel frattempo ha cambiato governance con la presidenza di Federico Bricolo e Maurizio Danese amministratore delegato, aveva diffuso una nota in cui prendeva le distanze dalla vicenda. “La società non è destinataria di alcun provvedimento di sequestro e, per quanto noto, nessun dirigente o dipendente di Veronafiere risulta sottoposto ad indagini”. E proseguiva spiegando che “Verona Fiere confida pertanto nell’operato della magistratura e nell’accertamento della propria estraneità ad eventuali ipotesi di illeciti nei confronti dell’Unione Europea”. La chiusura delle indagini e le richieste di rinvio a giudizio sono la nuova tappa dell’inchiesta giò nota come “In vino veritas” avviata dalla procura europea per il conseguimento di fondi milionari dall’Ue per promuovere il vino made in Italy. Una presunta truffa da 5 milioni di euro, di cui 2 milioni e 85 mila euro già erogati, ai danni dei fondi Ue per l’agricoltura. L’indagine per frode ai danni della Ue ipotizza «illeciti accordi» finalizzati a ottenere un «ingiusto profitto non contemplato dal progetto». Nel settembre 2022 la Guardia di finanza di Milano aveva sequestrato due milioni di euro dei fondi erogati come confermato dalla procura lombarda della Corte dei Conti. A fronte di questo sequestro, Uiv ha risercito integralmente nelle scorse settimane, pur non rendendo «ammissioni di responsabilità, il danno alla «Agenzia della Commissione europea danneggiata». L’udienza preliminare è stata fissata al 21 novembre in Tribunale a Verona, la parola passa ora alla giudice Maria Cecilia Vitolla. Mantovani, che ha rivestito il ruolo di storico direttore generale di Veronafiere e che non ricopre più ruoli nell’ente, da parte sua si dice convinto che tutto verrà chiarito positivamente e ha nominato come legale una avvocata di Roma, docente alla Luiss e già membro laico del Csm. Una vicenda delicata per tutto il mondo del vino soprattutto nei rapporti sempre importanti con l’Unione europea e Veronafiere ribadisce una volta di più che non ha alcun indagato in questa vicenda.
Home La Cronaca di Verona Chiesti 6 rinvii a giudizio per il vino. Svolta nell’indagine della Procura...