Chiesa di San Tomio. Il viaggio tra le meraviglie della nostra città

di Andrea Bertozzi

vNel cuore del centro della città di verona a lato di via Mazzini, sorge una chiesa dedicata a San Tommaso Apostolo ora conosciuta come chiesa di San Tomio.
Il monastero benedettino femminile e la chiesa che qui erano stati costruiti hanno origini antiche. Addirittura secondo la tradizione la prima chiesa fu fondata sulle rovine di un tempio romano dedicato alla dea Vesta, mentre la prima testimonianza scritta che menziona chiesa e monastero è un documento del 837.
Nel XII secolo le monache benedettine si ritirarono dal monastero che fu assegnato al clero secolare, divenendo così colleggiata fino al 1456. Nel 1748 l’edificio fu rinnovato in forme neoclassiche su progetto dell’architetto Adriano Cristofali, ma già nel 1810 la chiesa venne soppressa per decreto napoleonico e alienata.
Proprio in occasione della soppressione, una pregevole statua marmorea della Vergine con il Bambino, opera che ancora presenta tracce di policromia e di doratura e datata al 1425 circa, venne asportata ed entrò a far parte di diverse collezioni private, fino ad approdare al Metropolitan Museum of Art di New York.
Nel 1815 la struttura cambia uso di destinazione diventando il teatro “Morando”, su progetto dell’architetto Luigi Trezza ma, alla fine di un periodo di colera, la chiesa viene riconsacrata e riaperta ai fedeli il 23 giugno del 1842. Dal 1919 la chiesa è sotto l’amministrazione dei Missionari Figli del Sacro Cuore di Gesù (Comboniani), che nell’ultimo dopoguerra ne hanno patrocinato le ristrutturazioni.
La facciata a capanna si caratterizza dalla presenza di due coppie di paraste ioniche che inquadrano il portale d’ingresso timpanato e che sostengono la trabeazione che suddivide la facciata in due ordini.
L’edificio presenta una torre campanaria affiancata al lato meridionale dela struttura. L’interno ha un’architettura ad unica aula con volte a botte semiellittiche e presbiterio quadrangolare con un abside piatto e quattro semi cappelle ai fianchi della navata. La chiesa, anche a causa dei continui rifacimenti non conserva più l’antico splendore artistico, ma è ancora possibile ammirare la pala del Sacro Cuore di Giuseppe Zannoni, nelle due lunette laterali al presbiterio due tele di Giovanni Caliari e sopra il portale d’ingresso una tela che rappresenta San Zeno ad opera di Napoleone Razzetti.
Lungo le pareti laterali si trovano come abbiamo detto quattro cappelle, contenenti a destra l’altare della Sacra Famiglia e l’altare del Sacro Cuore di Gesù, e a sinistra l’altare di San Alfonso de’ Liguori e l’altare dell’Immacolata.
Tiziano Brusco