“Chi va in leto senza sena tuta la note se remena” o “Polenta nova e osei de riva, vin de grota e zente viva”. Sono solo alcuni dei proverbi riportati sui muri de “La Molinara”, trattoria attiva da oltre 140 anni. Filippo e Alessandro, giovani imprenditori, le hanno ereditate assieme alla storicità del luogo. “In partenza cercavamo un locale per far festa con gli amici, ma poi ci siamo catapultati su questo posto, che appartenendo alle Botteghe Storiche di Verona, doveva rimanere come è. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: accidenti, abbiamo preso un ristorante!”(ride).
Siamo stati in Piazzetta Ottolini, ad assaggiare i bigoli al cinghiale con monte veronese e le fettucce con ragù di cortile e riduzione al Recioto, anche se tanti passano da loro per i secondi di carne. Tocco di classe, l’entrée offerto dalla casa: “Lo facevano quelli prima di noi, servendo dei salumi appena uno arriva. Noi l’abbiamo reso identificativo mettendo solo mortadella”.
Filippo, per cosa vengono da voi i clienti?
Ci siamo specializzati nella carne alla griglia di manzo e di cavallo, e per le tartare: collaboriamo con delle macellerie e abbiamo trovato così la nostra quadra. La nostra forza è la fidelizzazione del cliente.
Il nome “La Molinara”, da dove deriva?
Ci sono un paio di versioni: la prima dice che la molinara è una delle uve con cui si fa il Valpolicella. La seconda, che può esser leggenda, racconta che inizialmente questo posto era stato aperto dalla figlia di uno che aveva il molino qui vicino all’Adige.
Avete tante maglie di sportivi alla parete…
Il primo a portarcela è stato Gollini, veniva qui spesso e una sera mi son seduto a mangiare con lui. A un certo punto gli faccio: ma tu che lavori fai? Il portiere, mi risponde. E io non sapendo bene chi fosse, gli dico: anch’io faccio il portiere…(risate). Ho scoperto poi che era titolare nell’Hellas.
E le altre?
Con Mattia (Zaccagni) siamo diventati amici Negli anni ci ha portato tanti suoi colleghi: Faraoni, Pessina, Belotti e Pazzini ha fatto il compleanno qui.
Siete un po’ la trattoria dei personaggi famosi…
Ma in realtà sono ragazzi semplici come tutti. Vengono qui da noi perché siamo in centro, ma un po’ fuori e nessuno li disturba.
La ricetta: “Il fianchetto di cavallo, squisito…”
Piatto più richiesto, mi dicevi la carne?
Sì, sono preparazioni fatte direttamente dalle macellerie Bonaconza per il manzo e Avesani per la carne di cavallo. Ci chiedono le tartare, condite da noi con varie aggiunte: capperi e senape, cipolla caramellata e formaggio ubriaco o stracciatella e pomodorini secchi. E poi va tanto il fianchetto di cavallo, in un metodo che danno in esclusiva a noi come ristorante.
Cottura consigliata del fianchetto?
Rigorosamente al sangue.
Vini da abbinarci?
Col fianchetto un Valpolicella superiore Rubinelli-Vajol, o I Progni delle Salette. Con la tartarre, il classico delle Salette o il superiore di Sartori.
Prezzi?
Antipasti tra i 9-15€, primi 10€, secondi tra i 16-23€, dolci 5€
Fabio Ridolfi