C’erano quasi tutti alla foto di gruppo che il sindaco Federico Sboarina ha voluto farsi scattare dal suo staff in Comune assieme alla giunta e ai consiglieri di maggioranza. Mancavano però l’assessore allo Sport Filippo Rando (in ferie anticipate rispetto alla consueta pausa d’agosto della politica), e i consiglieri comunali Massimo Paci, Paolo Rossi e Marco Zandomeneghi. Tutti gli assenti appartengono a “Verona Domani”, il movimento che fa riferimento al consigliere regionale Stefano Casali e al presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, i cui rapporti col sindaco non sono proprio eccellenti negli ultimi tempi. La fotografia di Palazzo rende bene l’idea del malumore che serpeggia tra le due fronde: da una parte i fedelissimi di Sboarina, dall’altra i malpancisti casal-gaspariani. In mezzo c’è la Lega, che di farsi travolgere dalle beghe degli altri non ne vuole proprio sapere. Anche perché ha già i suoi nodi da sciogliere, quelli legati al vicesindaco (Sboarina ha detto che risolverà tutto entro fine mese): la maggioranza del direttivo provinciale del Carroccio continua a spingere per Enrico Corsi, mentre il primo cittadino vorrebbe Luca Zanotto (non è detto che alla fine non la spunti Francesca Toffali). L’assessorato lasciato libero dal ministro Lorenzo Fontana sarebbe destinato al consigliere del Carroccio. Roberto Simeoni. Dicevamo dei mal di pancia degli uomini di Casali e Gasparato. Domani potrebbe essere un giovedì di fuoco. Potrebbe sì, perché non è detto che l’amministrazione non decida di far slittare ulteriormente la nomina più attesa, quella della presidenza dell’Amia. Quindi la decisione sulla riconferma ad interm o meno di Miglioranzi. In ogni caso, se a capo dell’azienda non verrà messo un uomo legato a Verona Domani (Casali e Gasparato avevano ricevuto assicurazioni dal sindaco su Bruno Tacchella) la rottura tra il movimento civico e la maggioranza comunale sarà totale e allora saranno fuochi d’artificio. anche se al momento i numeri in Consiglio sono rassicuranti per la squadra di governo. Entro poche ore dovrebbero (e il condizionale anche in questo caso è d’obbligo) venire chiuse le partite anche per le presidenze di Agsm Energia e di Megareti, le consorelle di Agsm Verona. Se in uno dei nuovi Cda siederà il consigliere comunale del gruppo Misto Anna Leso, a Palazzo Barbieri entrerà Gigi Pisa, neo fratello d’Italia e primo dei non eletti nel 2017. Non sono però da escludere colpi di scena. Intanto registriamo il duro attacco del consigliere comunale di “Verona Civica” Tommaso Ferrari secondo cui «la situazione delle aziende partecipate è di disennato immobilismo. Le priorità delle città sono asservite agli screzi da poltrona» rincara la dose. Rumors di Palazzo dicono poi che a brevissimo potrebbe cambiare anche il vertice di Agec, dove Roberto Niccolai (che presiede l’ente a titolo gratuito) starebbe per far posto all’avvocato Luca Tirapelle. Niccolai, uomo di Michele Croce ma si dice non più allineatissimo come un tempo, andrebbe in un altro ente, non più da presidente ma come componente del consiglio di amministrazione. Tirapelle invece, che è anche il legale di Croce, naturalmente è un fedelissimo del presidente di Agsm. Insomma, per la politica veronese l’estate si fa davvero calda. E chissà se questa bolla africana che soffoca Palazzo Barbieri si ripercuoterà anche sull’autunno.