Chi ha ricevuto Astrazeneca, che fa? “Attendiamo il parere dell’Aifa, per chi ha ricevuto la prima dose e aspetta la seconda Nel frattempo dovremmo avere anche risposte certe sul vaccino e sulle conseguenze”

La somministrazione del vaccino anti Covid realizzato da AstraZeneca è stata sospesa in Italia e in altri Paesi europei (Germania, Francia, Portogallo, Spagna e Slovenia). Giovedì è atteso il parere dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco.
La scorsa settimana, Aifa aveva optato per il ritiro di un lotto di vaccino dopo che erano emersi alcuni problemi. Ad oggi, comunque, non ci sono prove di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino e un aumentato rischio di trombosi o embolie. AstraZeneca, l’azienda anglo-svedese che produce il vaccino, ha pubblicato i da cui risulta che su circa 17 milioni di persone vaccinate si sono verificati 15 casi di trombosi e 22 di embolia. In un’intervista al , il presidente di Aifa Giorgio Palù ha ribadito che il nesso tra tromboembolie e vaccino è ancora tutto da provare. Ma cosa accadrà adesso alle persone che hanno già ricevuto la prima dose ?

Dopo il ritiro precauzionale del vaccino di AstraZeneca, che cosa succederà a quel numero di cittadini che hanno ricevuto la prima dose e sono in attesa della seconda?
“Abbiamo tempo per decidere in modo ordinato – commenta Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all’Università di Milano e Direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi -. La seconda dose andrebbe somministrata, come recita la scheda tecnica, dopo dodici settimane dalla prima: sono quattro mesi”.

Nel frattempo dovrebbe arrivare, anche rapidamente, l’agenzia europea del farmaco. È così?
Sì e ci aspettiamo che sia un parere positivo. La scelta di sospendere il vaccino è stata una scelta politica per garantire al massimo i cittadini, ma la scienza ci dice che il vaccino è sicuro.

Come si spiegano gli eventi trombotici, come infarti o embolie polmonari che sono stati segnalati in persone dopo il vaccino?
Al momento non sono stati riscontrati rapporti di causa-effetto fra la comparsa di questi eventi e la somministrazione del vaccino. Non dimentichiamoci che le trombosi sono frequenti: in Italia si segnalano ogni anno 60 mila casi, 1150 alla settimana, 166 al giorno.

Torniamo alla possibilità di somministrazione della seconda dose. Nel caso non fosse disponibile il vaccino di AstraZeneca sarebbe possibile vaccinare con un altro preparato simile?
Teoricamente sì. Il vaccino di AstraZeneca si basa su un vettore virale (un Adenovirus) ed è lo stesso principio con cui è costruito il vaccino di Johnson&Johnson e lo Sputnik russo. Per altri tipi di vaccino, la possibilità di utilizzare due preparati diversi è già stata sdoganata. Qui, per il momento non abbiamo dati oggettivi. Si dovrebbero fare studi in proposito. Anche perché la vaccinazione non finirà con queste prime ondate, ma è probabile che si dovrà ripetere con richiami “modulati” anche sulle varianti.