Che succederà il 7 gennaio? E adesso spunta anche la “zona bianca” Potrebbe consentire in certe zone “virtuose” la ripartenza di bar, ristoranti, piscine, ecc.

Dal 7 gennaio si tornerà al sistema delle aree colorate. Prima del decreto di Natale, che ha stabilito la zona rossa in tutto il Paese nei festivi e prefestivi dal 24 dicembre fino alla Befana, l’Italia è stata per una manciata di giorni tutta gialla (ad eccezione della Campania e dell’Abruzzo). Dopo l’Epifania si tornerà ai «semafori», un sistema che a detta del ministro della Salute Roberto Speranza «ha dimostrato di funzionare abbassando l’Rt (indice di contagio, ndr) senza bloccare tutto il Paese». E questo sia perché la campagna vaccinale partita il 27 dicembre per avere effetti apprezzabili sulla popolazione avrà comunque bisogno di tempo, sia perché non ci sono ancora numeri attendibili sull’andamento dell’epidemia nei giorni delle festività (e prima di averli dovranno passare almeno due settimane).
A questo riguardo, è attesa per la prossima settimana, ma non è stato ancora reso noto quando, la riunione della cabina di regia per il monitoraggio regionale, che verifica i dati epidemiologici sulla base dei 21 parametri. Subito dopo il governo prenderà le sue decisioni. Non è detto, ad ogni modo, che si tornerà allo situazione precedente la stretta natalizia. «Non si possono escludere nuove zone rosse, dipenderà dall’andamento dei dati», ha chiarito la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa.

La zona bianca. L’introduzione di una “zona bianca” (o “verde”) a partire dal 15 gennaio avrebbe l’obiettivo di consentire in alcune aree d’Italia la ripartenza di ristoranti, bar, cinema, teatri, musei, palestre e piscine. Se la proposta si concretizzerà, verrà formalizzata nel nuovo Dpcm o in un decreto legge a ridosso di quella data. La proposta di Franceschini è stata subito appoggiata anche dal ministro Alfonso Bonafede e sarà valutata dal Cts. Nella zona bianca rientrerebbero dunque le Regioni, le fasce o le zone con gli indicatori migliori. Ferme restando le regole base di contenimento – come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento – bar e ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario, così come piscine e palestre.

VENETO arancione? In base ai dati dell’ultimo monitoraggio della cabina di regia ci sono tre Regioni con un Rt maggiore di 1 «anche nel valore inferiore» (Veneto e Liguria sono a 1,07 e la Calabria 1,09), altre 3 (Basilicata, Lombardia e Puglia) «lo superano nel valore medio» mentre Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche «lo sfiorano». Ma è il Veneto in questo momento la Regione più a rischio in Italia. Al punto che non è da escludere che possa tingersi di arancione il 7 gennaio. Se su base nazionale siamo a 167 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti/settimana in Veneto ci attestiamo a quota 487 casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi sette giorni.
Ma la situazione resta piuttosto fluida. Nel senso che la cabina di regia dovrà valutare attentamente ogni dato ed evitare di lasciare troppa libertà a regioni che, dati alla mano, rappresentano ancora grave pericolo di contagi e di circolazione del virus. “Non possiamo assolutamente allentare le misure” su questo sono tutti d’accordo.