“Che succede?”, chiedeva Morgan a Bugo. Stupore, ascolti alle stelle, successo strepitoso sui social. L’ultima edizione di Sanremo viene ricordata quasi solo per questo sketch. “Che succede?”, chiede molto più sommessamente il nostro giornale all’amministrazione comunale. Chiariamo: Verona rimane un’isola felice, non c’è di che lagnarsi eccessivamente, la città è nata fortunata, e però ciò non toglie che i margini di miglioramento siano elevati. E in parte si intrecciano a una serie di interrogativi.
ALCUNE DOMANDE
Primo: perché sono serviti due mesi per nominare il nuovo assessore alla Sicurezza, quando la sicurezza – ovviamente Covid a parte – è l’emergenza più impellente da almeno una decina d’anni? Secondo: il rimpasto di giunta era stato annunciato dalla fine della scorsa primavera dagli stessi esponenti della maggioranza: come mai è servito metà anno per portarlo a compimento? E comunque: perché serviva un rimpasto di giunta se le cose, come sostenevano i vertici di Palazzo Barbieri, andavano bene? Terzo: la presidenza di Agsm, il cui accordo con la vicentina Aim è stato suggellato dopo tre anni e mezzo, è vacante da quattro mesi. I bandi vengono aperti, chiusi e riaperti: qual è la ragione?
LOGICHE POLITICHE
Se tutto ciò, come pare, rientra nelle logiche di spartizione tra partiti – cosa che non ci scandalizza affatto poiché è sempre stato così, a Verona e ovunque in Italia – lo si dica chiaramente. A nostro parere la gente apprezzerebbe la sincerità. Non v’è alcuno scandalo. Se il manuale Cencelli non c’entra, invece, sarebbe giusto informare la città delle motivazioni di tutti questi ritardi. Anche il bando per la presidenza di Amt è stato aperto, chiuso e riaperto. Stallo pure a VeronaMercato. Le nomine stanno creando parecchia tensione nella stessa maggioranza.
LEGA-VERONA DOMANI
La Lega non ha preso affatto bene il siluramento dell’assessore Edi Maria Neri (e ne è nato un botta e risposta durissimo tra la diretta interessata e il sindaco). Verona Domani esulta per la nomina in giunta di Andrea Bassi e ora rivendica anche l’Agsm, che pareva ormai assegnata a Stefano Casali ma ora è tornato tutto in gioco. La Lega ha puntato sull’attuale presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli e sull’onorevole Paolo Paternoster. Forza Italia, a Verona, è implosa: ad accendere la miccia è stata la candidatura (con successiva elezione) del tosiano Alberto Bozza nella lista dei Berluscones. Flavio Tosi è riuscito nel colpaccio, preventivato da pochi. Ne è seguito lo scontro tra il coordinatore provinciale Claudio Melotti e il neo assessore Stefano Bianchini.
Il risultato è che Melotti ha tolto il sostegno a Sboarina. Che succede?