Sboarina e Ferrari sono divisi dallo smog
Da domani Verona non sarà più zona arancione ma rientrerà in zona verde, allerta 0, del PM10. Il modello previsionale dell’Arpav prevede infatti che da domani nella nostra zona vi sarà una concentrazione inferiore al valore limite giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo, per il sopraggiungere di condizioni atmosferiche dispersive.
Da domani, quindi, tornano a circolare le auto private diesel Euro 5. Il prossimo bollettino sarà emesso da Arpav venerdì, con i dati rilevati nella centralina al Giarol Grande.
L’allerta anomala per questo periodo verificatasi nei giorni scorsi è da collegarsi ad un’alta pressione, con un ristagno delle polveri che ha portato all’innalzamento dei livelli. Una situazione che non ha riguardato solo Verona, ma anche altre centraline presenti nelle città capoluogo del Veneto, che hanno riscontrato diversi superamenti.
Il blocco del traffico resta valevole per le categorie di veicoli Euro 0-1 benzina, Euro da 0 a 4 diesel, motocicli con certificato di circolazione rilasciato prima del 1° gennaio 2000.
Ieri, sul tema era intervenuto l’ex sindaco Sboarin.. “Stare veramente dalla parte dei cittadini, vuol dire dare il tempo necessario perché si possano organizzare sulle nuove regole. Invece con il blocco degli euro 5, inaspettato in ottobre, il Comune ha fatto lo stesso scherzetto di dirlo all’ultimo minuto: la comunicazione è stata data nel tardo pomeriggio di ieri. Nemmeno 12 ore di preavviso per comprarsi il biglietto dell’autobus, eppure l’Amministrazione riceve la notifica Arpav già dalle prime ore della mattina. Il vizietto di parlare all’ultimo minuto è sempre lo stesso. Si è già visto con il preavviso di soli tre giorni con i cantieri Tav a Borgo Venezia per una viabilità che ha rivoluzionato la zona, con il silenzio sulla chiusura sperimentale alle auto di piazza Bra che non è mai stata comunicata e con il preavviso di un solo giorno per l’apertura della corsia di ponte Nuovo, già prevista nel cronoprogramma dei lavori.
La sinistra, che negli anni scorsi, appena sforavano i parametri faceva mille avvisi e aveva mille soluzioni da proporre, adesso mi pare doppiamente muta, nell’informare e nelle azioni”.
Da registrare anche la replica dell’assessore Ferrari. “Nessuna comunicazione da ultimo minuto, ma una informazione divulgata alla cittadinanza con le stesse tempistiche del passato, nella quarta giornata di sforamento. L’allerta arancione ‘inaspettata’, di cui parla il consigliere Sboarina, è infatti scattata a Verona dopo il superamento, per 4 giorni consecutivi, del valore limite giornaliero di Pm10, fissato a 50 microgrammi/metro cubo. Una condizione provocata da un’alta pressione, con assenza di pioggia, che da diversi giorni sta perdurante in città, portando ad un ristagno delle polveri e al conseguente innalzamento dei livelli. Una situazione anomala per questo periodo e che non riguarda solo Verona, ma anche altre centraline presenti nelle città capoluogo del Veneto che hanno riscontrato diversi superamenti causati non solo dalla presenza di fonti di inquinamento locale, ma anche da condizioni meteoclimatiche che impediscono il rimescolamento dell’atmosfera e, quindi, la rimozione degli inquinanti.
Una condizione che non è certo da imputare all’Amministrazione, che ha provveduto a comunicare, come di prassi, le limitazioni al traffico imposte dal blocco regionale attualmente in vigore, collegato all’Accordo del bacino Padano del 6 giugno 2017 fra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Limiti e deroghe della circolazione sono state ampiamente comunicate alla cittadinanza ancora lo scorso 29 settembre, nella prima presentazione delle misure antismog in vigore al 1° ottobre al 16 dicembre 2022 e dal 7 gennaio al 30 aprile 2023. Tra queste anche la limitazione della circolazione degli ultra settantenni in caso di allerta 1 (colore arancione) o 2 (rosso)”.
Valdegamberi: “Inutile il blocco dei veicoli”
“Inutile per l’ambiente e assurdo per le difficoltà e i costi che colpiscono le fasce più deboli della popolazione il blocco dei veicoli Euro4 ed Euro5”, interviene sull’argomento il consigliere regionale Stefano Valdegamberi. “Abbiamo dati Arpav che in pieno lock down per covid, quando la circolazione era di fatto ferma, dimostrano come l’inquinamento dell’aria è solo minimamente influenzato dal traffico dei mezzi di trasporto. Continuare sulla scia di decisioni ideologiche, spinte da lobby di interesse, solo per rispettare parametri imposti al catino chiuso della pianura padana, al pari dei paesi del Nord Europa aperti alle correnti oceaniche, è una vera follia. Già vi sono bollette da capogiro che mettono in ginocchio famiglie, istituzioni sociali e imprese:manca solo il blocco dell’uso dell’auto a meta’ popolazione. Sono altre le soluzioni che si possono adottare”