Si erano conosciuti da un paio di settimane sul sito “bakeka incontri”, dopodiché il professionista veronese 50enne gli aveva dato appuntamento a casa sua la sera dello scorso 3 febbraio per un incontro finalizzato a un rapporto sessuale.
L’uomo, pregiudicato 29enne di origini rumene, aveva finto di accettare l’incontro, ma, giunto all’appuntamento nel suo appartamento in zona Borgo Roma, lo aveva rapinato. Il giovane, infatti, anziché avere intenzioni romantiche, brandendo una bottiglia e un coltello, minacciava subito il professionista di consegnargli i soldi, rovistando in casa e portandogli via 250 euro, un orologio Casio, uno zainetto Jordan, un borsello Gucci, due telefoni cellulari e un pc portatile. Prima di scappare via, il malvivente gli rivolgeva specifiche minacce di non raccontare niente a nessuno.
La vittima, però, denunciava l’accaduto alla Squadra Mobile, le cui indagini partivano dall’analisi dei filmati del circuito di videosorveglianza del condominio che pur ritraendo l’autore della rapina non ne consentivano la sua immediata identificazione.
I successivi approfondimenti investigativi sulla chat di incontri permettevano di risalire ai dati utili all’acquisizione del numero di telefono utilizzato dal malvivente, successivamente identificato per P.L.A., cittadino rumeno classe 1992 con numerosi precedenti per rapina e da tempo residente a Verona. A chiusura del cerchio, la vittima effettuava individuazione fotografica riconoscendo in P.L.A. l’autore della rapina ai suoi danni.
Sabato pomeriggio, mentre raggiungeva l’abitazione di un parente a San Giovanni Lupatoto dopo alcuni giorni di irreperibilità, il malvivente è stato arrestato dagli uomini della Sezione Rapine della Squadra Mobile, diretta da Massimo Sacco, che hanno eseguito un’ordinanza in carcere, emessa nei suoi confronti dal Giudice Paola Vacca su richiesta del Pubblico Ministero Mauro Tenaglia che ha coordinato le indagini.