Secondo appuntamento con la rassegna l’Altro Teatro. Venerdì 24 novembre alle 20.45 in scena “Chameleons”, la nuova creazione della coreografa Laura Corradi per Ersiliadanza che farà il suo debutto nazionale al teatro Camploy. Nel titolo della nuova creazione artistica la chiave di lettura che cita l’animale che più di ogni altro è simbolo di adattamento all’ambiente e alle circostanze, il camaleonte, metafora artistica e viatico riflessivo.
L’antropocentrismo ha portato a sfruttare la Terra e i suoi abitanti come fosse un campo di conquista e le sue risorse fossero infinite, senza rispetto, senza cautela, senza pensare al futuro. In alcune circostanze eccezionali, quando la terra ci ricorda che ha già le sue regole e non seguirà le nostre, ecco che si accende potente la necessità di un cambiamento che si misura con la capacità di essere versatili. Come ha teorizzato Bauman, viviamo in una società ‘liquida’, instabile, nella quale nulla ha contorni nitidi, definiti.
Da qui l’input dello spettacolo che suggerisce il bisogno di “allenarci” al cambiamento, all’adattabilità, ad essere fluidi e volatili, prendere confidenza con l’incertezza, sviluppare una cultura della sperimentazione, un orientamento filosofico alla “prova” ed impostare una relazione diversa con il fallimento per arrivare a considerarlo un passaggio necessario che può arricchire. Come Charles Darwin affermava: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.”
Partendo da queste riflessioni, la compagnia ErsiliaDanza della coreografa Corradi propone una nuova creazione per danzare il cambiamento attraverso un dialogo dei corpi che nella loro camaleontica capacità espressiva possono tutto: sanno assimilarsi per imitazione, sanno cercare nella propria poliedricità, sanno strafare per poi liberarsi quasi di tutto e trattenere solo un piccolo cambiamento. Sanno sperimentare, ricercare, annullarsi e poi rinascere.
“Il corpo – racconta Laura Corradi – può vivere e morire, e fin dall’inizio impara a crescere e a cambiare, ad evolvere. Non c’è una meta da raggiungere dopodiché ci si possa fermare, non esiste riposo né la forma perfetta da prendere, ma può raccontare di tutto. Quando ha raccontato la trasformazione ed è un corpo stanco, resta dentro qualcosa che ricomincia a muoversi, che vuole mostrarsi, che scalcia perché vuole uscire. Resta sempre dentro quel formicolio che dice di passare ad altro. La nuvola cambia con leggerezza e si fa trasportare senza resistere al cambiamento, perché le nuvole non sono immobili, come non lo sono i corpi e la vita stessa”.
I camaleonti di ErsiliaDanza mostrano che la versatilità è un requisito raro negli uomini, rinunciare a qualcosa che sembrava un punto fermo, un punto d’arrivo fondamentale, qualcosa attorno a cui non c’erano mai avuto dubbi, cambiare l’obiettivo, saper scegliere un’altra strada, senza necessariamente pensare che sia peggiore. Ci sono cose che non sono mai state messe in discussione, ma i cambiamenti possono aprire a nuove possibilità. Il cambiamento in sè non è la cosa più dolorosa, solo la resistenza al cambiamento lo è sempre.