Classe, estro, leggerezza. Quell’aria un po’ così, che hanno spesso i francesi. Ma è stato un grande, in quel Chievo.
Cyryl Thereau, pescato da Sartori nello Charleroi, pagato poco meno di un milione di euro, entròlentamente nel cuore del Chievo. Prima stagione così così, con sprazzi di classe, ma non ancora la cattiveria che serviva.
Fu Mimmo Di Carlo a credere ciecamente in lui e la seconda stagione divenne quella della consacrazione. Soprattutto, quando gli venne data libertà. Nè punta vera, nè trequartista, ma attaccante con licenza di andare e inventare. Per lui, parlano le cifre: 124 partite in gialloblù, con 26 gol, spesso decisivi. Come quello, c’era Corini in panchina, che firmò il successo del Chievo, all’Olimpico con la Roma. Fondamentale per la salvezza.
Via dal Chievo, Thereau è stato importante all’Udinese, dove ritrovò un ex come Gigi Delneri, l’ideale per esaltare il suo estro. Sono queste le stagioni migliori di Thereau, che viene acquistato dalla Fiorentina. In viola, offre prestazioni di grande valore, confermando le sue grandi qualità tecniche. Grande nella prima stagione, perde poi quota, fino a essere trasferito al Cagliari, dove non riesce però a ritrovare estri antichi. Rientra in viola, ma finisce fuori rosa fino al rientro in Francia. Resta uno dei protagonisti dell’ultima parte della storia del Chievo.