Un’esistenza ricca di soddisfazioni quella di Cesarina, fino a quando, un giorno di ottobre del 2009, la sua vita viene sconvolta da un evento del tutto inaspettato: tre uomini in divisa la conducono presso la caserma della Guardia di Finanza, dove le viene comunicato di essere in arresto e subito dopo viene rinchiusa nel carcere di San Vittore, dove la attenderanno 133 giorni di carcerazione preventiva. Fino a quel momento Cesarina Ferruzzi era stata un’imprenditrice di successo, componente di una delle famiglie più note di imprenditori italiani. Laureata a pieni voti in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche l’ospite di Verona al Top vanta una brillante carriera; si devono a lei la bonifica dei rifiuti industriali in Libano tra il 1988 e il 1990 e lo smaltimento dei rifiuti tossici contenuti nella navi Jolly Rosso, Karin B, Deep Sea Carrier. Nel libro “Il cielo a sbarre” Cesarina Ferruzzi narra il calvario della reclusione, delle brutture del carcere, del contatto diretto con la miseria umana nelle sue peggiori manifestazioni; racconta delle altre donne recluse insieme a lei divenute compagne di vita, dopo la convivenza forzata in una cella di un paio di metri quadri. Da questa esperienza terribile l’autrice del libro racconta di aver rafforzato la sua la fede in Cristo, di aver compreso il senso disinteressato dell’amicizia, di aver riletto con la propria esistenza con un altro spirito e di aver imparato non odiare le persone, specialmente quelle che ti hanno fatto del male. Tutto questo è stato momento di dibattito e racconto in una serata confessione in piazza Bra al Liston 12.