L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Renato Della Bella, presidente di Apindustria. “Serve un cambio di passo” ha detto, indicando due priorità più…prioritarie di altre, cioè Aeroporto e Fiera. Ma l’elenco è più lungo, si sa. Fondazione Arena, Cattolica, tanto per dire.
La sensazione è che tutti pensino le stesse cose, cioè al “cambio di passo”, senza però sapere chi questo cambio di passo deve fare. La certezza, anche questo va detto, è che oggi Verona aspetta una cabina di regia, che non c’è. Un tavolo permanente attorno al quale cercare di individuare una strategia per questa città “che negli anni ha perso la sua autorevolezza”. Il virgolettato è di tutti e di nessuno. Una frase che, a turno, hanno pronuciato tutti i politici nell’ultimo mese.
Già, ma a chi tocca “chiamare” al tavolo? Bella domanda, per ora senza risposta. Tutti d’accordo sul fatto di dover rilanciare l’Aeroporto, ma poi, quando è il momento, cioè ora, ci si trova in balia delle onde. Che facciamo? Partecipiamo al rilancio o “ci chiamiamo fuori” per mancanza di fondi? E che succede se pochi ci stanno? Il sindaco Sboarina, ad esempio, ha già detto chiaro, “il Comune c’è, ora tocca agli altri”. Ma non ha avuto grandi risposte. Perchè?
Altra sensazione ricorrente, quella di “questioni politiche” che alla fine diventano prevalenti sull’interesse stesso della città. Ma qui non è in ballo una poltrona, c’è in gioco ilm futuro della città, che a pensarci bene dovrebbe essere l’interesse principale per chi ha scelto la politica.
Invece, spesso, le “beghe di Palazzo” prevalgono sul fine ultimo.
“La città è ferma perchè il Sindaco non ha saputo coltivare i rapporti e ora si trova da solo” tuonano dall’opposizione. Posizione ovvia, ma non sta neppure qui il punto. Chi ha acuore le sorti della città, chi è alla guida degli Enti più importanti, chi guida le Fondazioni, chi detiene le leve del potere, deve saper volare alto, molto alto. Deve andare oltre gli steccati delle divisioni di partito, delle liti di corrente, delle posizioni preconcette.
Altrimenti non ne usciremo più, saremo sempre in balia di questo “Covid del potere”, un virus del quale, ogni giorno che passa, si sa sempre meno.
“Serve un cabina di regia”, altra frase cult, di questo periodo. E facciamola, ‘sta benedetta cabina di regia, che cosa aspettiamo? Che ci portino via la Fiera? Che oltre al Banco, a Cattolica, forse all’Aeroporto, arrivi qualcuno che mette le mani anche su quella?
E poi, che fine farà l’eccellenza di Verona, “che fino a qualche anno fa aveva un ruolo-chiave e che ora lo sta lentamente, ma inesorabilmente perdendo?”.
Anche questo virgolettato, può essere attribuito a tutti e a nessuno. E’ la frase che tutti hanno pronunciato, negli ultimi tempi. Le interviste sono lì, basta sfogliare le raccolte. E allora, cominciamo a pensare per davvero, a questo “tavolo”, a questa cabina di regia. Lo chiede il futuro di Verona. Lo pensano tutti. E’ vietato chiamarsi fuori, giocare a nascondino. Chi lo fa ha già perso la partita.
R.Tom.