Dici Samp-Verona e ti passano davanti tante figurine, un po’ gialloblùe un po’ blucerchiate, seguendo il filo di una storia che si perde nella notte dei tempi. Quante volte, Sampdoria contro Verona? Serie B, poi serie A, poi ancora serie B, e infine la serie A, con gli scudetti, uno di qua e uno di là. Quello di Elkjaer e Briegel e quello di Vialli e Mancini, ricordate?
Dici Samp-Verona e ti si presenta davanti il faccione allegro di Hans Peter Briegel, sì, proprio lui. “Tettesco di Cermania”, arrivato qui (quasi) per caso, quando a casa sua lo consideravano a fine corsa, “sbolognato” via come fosse un giocatore qualunque. E invece, che ti fa, Hans Peter Briegel? Arriva qua e ci mette niente e conquistare Bagnoli e i compagni. Parole poche, quelle giuste. Fatti tanti. Come i gol. “Ne ha fatti 9 giocando da mediano” ricorda sempre Nanu Galderisi. Già, questo era l’Hans Peter. Un gigante vero. Fortissimo. Capace di bloccare Maradona e andare a far gol al Napoli. O di disegnare un gol da campione a Cremona. O a Torino. O la doppietta di Udine in quel 5-3 senza tempo. “Elkjaer è stato importante, ma Hans non lo è stato di meno” spiegano sempre i compagni dello scudetto. Hans con quell’aria ciondolona, Hans che c’era sempre quando serviva, Hans che poteva giocare dappertutto, Hans che correva male e sembrava zoppo, ma quando lo vedevi andare, gli zoppi erano gli altri. Un fuoriclasse, ecco che cos’è stato Hans Peter Briegel. Un fuoriclasse in campo e un ragazzo d’oro fuori. Con quel sorriso umile stampato in fronte, come chi viene dalla terra e sa “quanto è dura la salita”. Poi c’è l’altro Hans Peter. Quello che due anni dopo, va da Chiampan e gli dice: “Presidente, la Sampdoria mi vuole. A me dispiace lasciare Verona, ma la Samp mi fa contratto molto lungo e per me è occasione importante…”. La Samp sgancia qualcosa come 4 miliardi di vecchie lire, mica poco. Così, Hans Peter diventa blucerchiato, la Samp di Vialli e Mancini. Lì, non riesce a vincere uno scudetto, solo una Coppa Italia. Ma anche lì riesce a farsi voler bene, da tutti. Perché quelli come lui diventano sempre punti di riferimento per tutti. Anche senza parlare. Hans Peter Briegel resta alla Samp due stagioni, anche lì mette in fila le sue partite e i suoi gol mentre sta nascendo la Samp dello scudetto. E lascia anche nella curva sampdoriana il ricordo di un grande campione e di una persona per bene. “Vedi – dice sempre Briegel – il calcio è importante, ma adesso che siamo un po’ vecchi (ride) la cosa più bella è vedere che la gente si ricorda di te. Come persona. Vuol dire che ti sei comportato bene non solo in campo. Questo è bello, molto bello…”. Questo è Hans Peter Briegel. E Samp-Verona è la sua partita.