Tensioni nel centrodestra sulla ripartizione dei collegi maggioritari. Alla riunione del tavolo nazionale, raccontano fonti parlamentari, l’accordo di massima tra i ‘soci maggiorenti’ della coalizione, sarebbe stato raggiunto sulla formula del 45% per Forza Italia, 36% alla Lega, il 15% a Fratelli d’Italia e il restante 4 % alla cosiddetta quarta gamba. Tradotto in numeri, al partito azzurro spetterebbero 155 seggi, a Matteo Salvini 129, a Giorgia Meloni 51, mentre al movimento guidato da Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa verrebbero riservati 13 collegi. Questa ripartizione, a quanto si apprende, avrebbe provocato forti malumori tra le fila di ‘Noi con l’Italia’ per la ”disparità di trattamento” e una “sottovalutazione” del loro peso politico all’interno della coalizione. I ‘maldipancia centristi’, raccontano le stesse fonti, sarebbero dovuti anche al modus operandi, ovvero alla scelta di ‘tavoli separati’ sul nodo dei ‘maggioritari, e quindi, di conseguenza, ‘trattative separate’ sulle quote da assegnare. Infatti, prima si sono incontrati gli emissari di Fi Lega e Fdi, intorno alle 17, poi, alle 19, in piazza San Lorenzo in Lucina, sede nazionale azzurra, c’è stata la riunione allargata ai leader della “quarta gamba”, durata poco più di un’ora, dove i centristi avrebbero rivendicato pari dignità politica, contestando ‘quota 13’ seggi. Sempre nella tarda serata, dopo aver visto i rappresentati di Fi, Fdi e Lega, lo stato maggiore di ‘Noi con l’Italia’ avrebbe fatto il punto della situazione. Proseguono intanto i lavori di organizzazione di Noi con l’Italia-Udc in vista delle prossime elezioni politiche e regionali. Il presidente del partito sarà Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto sarà il capo della forza politica. Lo comunica una nota dell’ufficio stampa del partito Noi con l’Italia-Udc. Intanto Flavio Tosi, che di “Noi per l’Italia” è socio fondatore ha lanciato la sua personale corsa partendo dalla Calabria, che tante polemiche gli ha portato negli anni passati.. Il leader di “Fare!”, che era accompagnato da Patrizia Bisinella ha preso le distanze dal suo passato leghista. “Bossi”, ha detto, “mi chiamava l’italiano perchè non ero secessionista”. Poi è partito con la filippica contro Matteo Salvini, il suo nemico giurato. “Bisogna andare a guardare al passato delle persone”, ha concluso, “per misurare la loro coerenza”.