Centrodestra in ansia per Silvio. Il ricovero del Cavaliere preoccupa anche molti veronesi Molti politici devono ringraziare Forza Italia e Berlusconi che nel 1994 arrivò al Palasport

SILVIO BERLUSCONI PRESIDENTE FORZA ITALIA

C’è grande apprensione nel centrodestra veronese per le condizioni di salute di Silvio berlusconi, ricoverato al San Raffaele per una polmonite che pare proprio essere conseguenza di un fisico debilitato da problemi al sangue, una sorta di leucemia che ha provocato un’infezione molto seria. Berlusconi ha telefonato ai vertici del partito di Forza Italia, parla, è lucido e come dicono Tajani e il fratello Paolo Berlusconi “il leone tornerà a ruggire presto, è una roccia”. Tuttavia sono in molti in queste ore i politici veroneis, di ieri e di oggi, che chiamano lentourage di Berlusconi per avere notizie di prima mano e la preoccupazione si allarga perché dalle prime notizie che parlavano di polmonite si è passati a qualcosa di più serio per un uomo di 86 anni protagonista della politica italiana, nel bene e nel male. Anni in cui ha rivoluzionato il vecchio modo di far politica della prima Repubblica, con la sua discesa in campo nel 1994 con Forza Italia ha aperto la strada della Seconda Repubblica e del leaderismo o cesarismo, cioè il leader capo di tutto. La prima ossatura del nuovo partito era presa in prestito da Fininvest e Publitalia, da Galan a Previti, da Brancher a Gianni Pilo (quello delle statistiche), manager che si sono dovuti inventare politici e amministratori. Le nomine del partito azienda avvenivano via fax direttamente da Arcore, i congressi di partito diventavano convention, all’americana, dove si andava solo per applaudire il leader, mica per votare i dirigenti, ci mancherebbe altro. I veronesi se ne rendono subito conto quando il Cavaliere nel 1994 arriva al palazzetto dello sport della nostra città per lanciare il movimento di Forza Italia: cori, applausi, bandiere al vento e l’inno “Siamo tantissimi…” . Nel padovano, hotel Sheraton, tiene una delle prime conferenze stampa per presentare partito e candidati. E’ in ritardo e la stampa può assistere ai preparativi della sala. Qui si può toccare con mano la cura maniacale di Berlusconi per l’immagine: non vuole apparire basso e porta le scarpe con i rialzi interni e questo si sa. Ma il tavolo che viene preparato per la sua conferenza stampa ha le gambe telescopiche, così che si può regolare in base alla sua seduta e sulla sedia-poltrona destinata al Cavaliere vengono messi un paio di cuscini: in questo modo Berlusconi risulterà davanti alle telecamere ben eretto e più alto rispetto al tavolo, evitando un pericoloso effetto di ingoffamento. Così quasi quarant’anni fa inizia anche a Verona un’avventura politica che porterà la prima donna sindaco della città, Michela Sironi, eletta con Forza Italia dopo un incontro ad Arcore con il Cavaliere e Alfredo Meocci. Poi la Sironi romperà con il partito che candiderà Pierluigi Bolla che perderà da Paolo Zanotto, appoggiato proprio dall’uscente Sironi. Berlusconi torna protagonista su Verona con l’investitura a candidato sindaco di Flavio Tosi, nella casa sul lago di Aldo Brancher, presente sempre Alfredo Meocci che sembrava il candidato favorito ma fa un passo di lato. E sono anni in cui tutti i politici veronesi provenienti dalle aree più diverse, socialista, liberale, democristiana, convergono in Forza Italia. Come tanti imprenditori e liberi professionisti. E tanti devono dire grazie ancora a Silvio, anche se all’epoca i partiti avevano ancora nomi che oggi sembrano dimenticati.