“La città che vorremmo è quella che, – spiega Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona – partendo da esperienze e da visioni di urbanisti esperti nello sviluppo delle città di medie dimensioni come Moreno, predisponga in questa fase di revisione del Piano di Assetto del Territorio (Pat) un progetto di sviluppo a lungo termine, immaginando un percorso di almeno 50 anni. La nostra è un’idea di città inclusiva e a servizio dei cittadini. Occorre ricreare il senso di comunità nei quartieri e nel centro storico, recuperando spazio pubblico che va messo in rete per essere reso più fruibile e rigenerando parti di città con funzioni e destinazioni che riportino come punto centrale le persone, senza consumo di nuovo suolo. Penso al Parco delle Mura che andrebbero collegate con parchi, scuole e quartieri, da piste ciclabili. Un altro tema caldo è quello dell’housing sociale per gli studenti universitari, va pensato in ottica più ampia rendendolo disponibile anche per gli studenti delle scuole superiori costretti a lunghi spostamenti quotidiani, come quelli provenienti dalla provincia. È tempo che Verona torni ad essere quella città vivace e lungimirante del Secondo dopoguerra, anche con scelte coraggiose”.