CENTRI DIURNI, RETTE STANDARD “LA REGIONE VENETO È IN RITARDO” La preoccupazione di federsolidarietà

Preoccupazione nel mondo del sociale per quanto riguarda l’adeguamento dei Centri diurni per la disabilità della Regione alle rette standard. A gennaio l’assessore regionale Manuela Lanzarin aveva convocato i presidenti delle Conferenze dei Sindaci delle 21 ex ULSS, i direttori socio sanitari delle 9 nuove ULSS e i rappresentanti dei soggetti accreditati del Privato Sociale per discutere sulle modalità con cui dare corso alla DGR 740, creando grande speranza e aspettativa nel mondo del sociale. La DGR 740 delinea gli standard organizzativi/assistenziali, i criteri autorizzativi, le modalità di determinazione delle rette-tipo per i centri diurni e, quindi, le quote di rilievo sanitario e le quote sociali, a seconda dell’indice di gravità della disabilità. Una delibera che rappresenta un grande traguardo visto che ad oggi le rette per i centri diurni variano a seconda dei territori e della tipologia organizzativa delle strutture. Un lungo percorso realizzato in sinergia con l’Assessorato ai Servizi Sociali della Regione Veneto e con il territorio, e durato 4 anni. “Finché non vediamo la delibera applicativa – spiega il presidente di Federsolidarietà Veneto Roberto Baldo – non possiamo avere la prova che effettivamente ci stiamo avvicinando all’adeguamento delle tariffe su tutto il territorio regionale e non possiamo tranquillizzare le famiglie dei nostri utenti”. “Verona, che non ha saputo rivendicare il proprio ruolo, è quella che risulta maggiormente penalizzata – rincara la dose la presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan – Due anni di attesa per la delibera applicativa sono troppi. Voglio lanciare ai candidati sindaci un appello per dire che Verona deve contare di più a livello regionale. La nostra è una richiesta di aiuto: va presa consapevolezza che la situazione oramai non è più sostenibile”.