Centri antiviolenza e case rifugio La Regione rassicura: ci saranno altri 18 mesi per poter operare con le regole attuali come si è fatto finora

MANUELA LANZARIN POLITICO

“I centri antiviolenza, gli sportelli e le Case rifugio presenti sul territorio regionale, che si occupano delle donne vittime di maltrattamenti, avranno ancora 18 mesi per poter operare con le regole attuali e gestire i propri servizi come fatto sino ad ora. Lo ha stabilito la Conferenza Unificata della Conferenza delle Regioni per l’esame delle modifiche delle Intese risalenti al 14 settembre 2022. Per i prossimi 18 mesi, dunque, nulla cambierà e resterà in vigore l’intesa precedente che già conteneva i requisiti dei soggetti che gestiscono i Centri antiviolenza e le Case rifugio, in attesa che la discussione sulle modifiche del provvedimento, oggetto dell’odierna proroga, possano essere affrontate con il tempo necessario e in modo più sereno. Il rischio che si correva, infatti, era di far saltare il sistema di tutela delle donne vittime di violenza e dei loro figli e figlie minori, in tutte le regioni, perché si sarebbero messi in discussione modelli già acquisiti, riconosciuti, operativi, con competenze e professionalità consolidate negli anni”.
Ne dà notizia l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, che ha voluto rassicurare tutte le realtà territoriali impegnate contro la violenza di genere”.
“Il risultato – spiega l’assessore – è stato raggiunto grazie a un dialogo costante con il Dipartimento per le Pari opportunità e con un’interlocuzione proficua con il ministro per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella, che ringrazio per l’attenzione e la disponibilità dedicata a questi temi. Importante è stato il coordinamento del Veneto che ha condotto i lavori del tavolo ristretto delle Regioni, il confronto ha prodotto un documento condiviso e su questa base si potranno riaprire i confronti con maggiore serenità, stante il tempo ora a disposizione per svolgere tutti gli ulteriori approfondimenti.
Il nostro obiettivo è quello di far crescere la Rete del Veneto, composta da 26 centri antiviolenza con i relativi 41 sportelli e 31 case rifugio consolidando le esperienze già attive, attraverso la programmazione regionale dei fondi regionali e nazionali che in entrambe i casi sono stati incrementati. I primi giorni di febbraio, su questo argomento, si confronterà il tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne”.