Il 12 luglio è comparso alle Ferrazze il cartello di inizio lavori per la costruzione della Centralina idroelettrica sul Fibbio. Gli abitanti della zona molto preoccupati, appoggiati dalle Associazioni Comitato dei Fossi di Montorio, Italia Nostra e Legambiente, hanno chiesto un incontro urgente al Sindaco di San Martino BA che si terrà il giorno 25 alle ore 10 in Comune.
Centralina idroelettrica sul Fibbio: la storia
Il progetto della centralina idroelettrica risale a oltre 15 anni fa con i dati idrometrici di almeno 20 anni prima. Il salto che si vuole sfruttare è di circa 2 metri e la zona è considerata ad alto rischio idraulico. La produzione prevista dai costruttori con i vecchi dati di portata è di circa 125kw e il costo si aggira sui 900.000 euro con un piano di rientro calcolato in 10 anni prima di avere un effettivo ritorno economico.
Il progetto è datato 4 febbraio 2012 e le rilevazioni idrometriche riportate vanno dal 1993 al 2003. Sicuramente le portate sono variate visti i cambiamenti climatici degli ultimi 20 anni.
Questo tratto del fiume Fibbio, dall’Autorità di Bacino del fiume Adige è considerato ad elevata pericolosità idraulica e le misure precauzionali al contenimento del rischio contenute nel progetto sono antecedenti all’esondazione del 16 maggio 2013.
Il piano economico finanziario previsto è ai prezzi del 2012. Solo gli incentivi con denaro pubblico ne garantiscono la sostenibilità. Da uno studio* del CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale) gli incentivi non giustificano la limitata produzione di energia.
E’ prevista la costruzione di varie opere tra le quali un edificio in cemento di 9 x 7 metri alto 5 per contenere la turbina che andrà ad incrementare il disastroso computo del consumo e impermeabilizzazione del suolo e, soprattutto, una modifica irrevocabile al paesaggio caratteristico di questa zona delle risorgive rimasto immutato dal Medioevo.
Nonostante, a più riprese, la popolazione e il Comune di San Martino BA e le associazioni a difesa del territorio abbiano espresso la non sostenibilità del progetto considerando gli elevati costi sociali ed ambientali rispetto ai piccoli benefici attesi, la Regione, la Provincia, la Soprintendenza ai beni ambientali e paesaggistici, il Consorzio Alta Pianura Veneta e inizialmente anche il Comune di San Martino, hanno autorizzato tale intervento così impattante sulla vita delle persone e sull’equilibrio dell’ecosistema.
L’attuale Sindaco di San Martino ha presentato ricorso al TAR nell’ottobre 2023 contro la realizzazione dell’impianto e la sentenza è attesa il 4 settembre 2024.
Lo stato attuale
Proprio in questi giorni, nonostante che il Tar non si sia ancora pronunciato, gli uffici della Provincia di Verona hanno eseguito l’ordinanza di esproprio del terreno destinato alla costruzione della centrale nei confronti del proprietario ed è stato esposto il cartello di inizio lavori dalla ditta esecutrice.
Il Comitato Civico delle Ferraze, il Comitato Fossi Montorio Odv, Italia Nostra e Legambiente sono sin dall’inizio a fianco della popolazione di Ferrazze e insieme hanno chiesto un incontro urgente con il Sindaco di San Martino B.A. per bloccare il cantiere e aspettare la sentenza del Tar.
Le Associazioni sottolineano che questo progetto non ha nulla di vantaggioso per l’ambiente né di sostenibile ma rappresenta l’ennesima speculazione ai danni di un territorio di particolare bellezza e ricco di biodiversità.