Anche le favole più belle, quelle che vengono raccontate per anni e che fanno credere di poter vivere nel mondo dorato del Mulino Bianco alla fine possono svanire e rivelare che si trattava solo di un incantesimo utile solo per la propaganda. La favola bella che evapora come una bolla di sapone è quella del sottopasso del futuro Central Park, l’area a verde e palazzi, uffici e servizi che dovrà nascere al posto dello Scalo Merci delle Ferrovie tra viale Piave a stradone Santa Lucia.A fine gennaio di quest’anno la Cronaca di Verona titolava: “Central park, perché il sottopasso sarà bocciato”. E ora la conferma: la Giunta di Palazzo Barbieri a guida Damiano Tommasi accantona l’idea del sottopasso tra stradone santa lucia e via Albere dai costi improponibili e chiede a Rfi come opere compensative della Tav, dieci interventi sulla viabilità di quartiere.Prima di passare all’elenco di queste nuove dieci richiesta che il Comune presenta a Rfi, ricapitoliamo: nel gennaio 2020, l’amministrazione Sboarina in sopralluogo nell’ex Scalo Merci con l’allora sindaco e con l’assessore Segala in testa, racconta cosa dovrebbe diventare il Central Park che porterebbe con sè una nuova infrastruttura “che risolverà i problemi viabilistici dei quartieri Santa Lucia, Golosine, Fiera e Stadio”.Come? Con un sottopasso per collegare i quartieri a sud e a nord della stazione, oggi non connessi direttamente. La strada dovrebbe correre in galleria per circa 50 metri sotto il fascio di binari che servirà la stazione e l’Alta velocità, partendo dalla rotonda su stradone santa Lucia per arrivare a ridosso di via Albere. Quello che non veniva detto nel 2020 era che quest’opera sarebbe costata una enormità. Come riportato dalla Cronaca di Verona del 30 gennaio scorso, i costi a carico del Comune erano quantificati tra 13-16 milioni di euro, in aggiunta ai 14,8 milioni a carico di Rfi previsti come opera di compensazione.In altre parole: se Rfi mette sul piatto 15 milioni per il sottopasso, l’Amministrazione comunale avrebbe poi dovuto collegare questo sottopasso con la viabilità ordinaria, collegamenti che al momento non esistono: svincoli, rotonde, strade di quartiere, per cui il costo in realtà sarebbe raddoppiato.
Da Rfi quindici milioni sulla città: strade da migliorare e piste ciclabili
Questa premessa consente di comprendere perché si è arrivato a questo ultimo atto di Giunta che verrà reso noto nei prossimi giorni e che anticipiamo per sommi capi. In sostanza la Giunta delibera di bocciare la decisione della Giunta Sboarina dell’ottobre 2020 nella quale veniva indicato che l’unica opera compensativa, prioritaria, richiesta a Rfi per la Tav era la realizzazione del sottopasso stradale per collegare i quartieri di Santa Lucia-Golosine alla zona Stadio-via Albere.La delibera riporta quindi le nuove opere compensative che vengono richieste a Rfi sempre per un importo pari a 15 milioni totali, che è la quota prevista da investire sul territorio comunale, in proporzione al valore dell’opera realizzata.E si tratta di opere urbanistiche e stradali per sistemare i quartieri. Per esempio, troviamo la riqualificazione del sistema viario di via Albere e le sue intersezioni con la bretella per Verona nord e con via Mantovana (per non parlare di via Sasse, strada utilizzatissima ma molto stretta e con incroci pericolosi).Il Comune chiede poi di realizzare la strada di Gronda con svincoli e contributo di Palazzo Barbieri, con la riqualificazione della stazione di Porta Vescovo già prevista si chiede di sistemare anche la viabilità e di procedere a una riqualificazione urbana del nosto; vengono proposti percorsi ciclabili da realizzare come la pista Borgo Roma-Basso Acquar-Ponte Aleardi, il percorso ciclopedonale via Legnago-via dell’Industria-via Dalla Chiesa e altre connessioni simili. Ma soprattutto il Comune vorrebbe con Rfi progettare un potenziamento del Trasporto rapido di massa. Insomma, chiuso il capitolo della favola sottopasso/Scalo merci, se ne apre un altro: andrà in porto? E soprattutto, andrà avanti il Central Park?