Central Park, parco o terminal Tir? Il presente e il futuro dello scalo merci fa discutere Valdegamberi: “Dal 26 entreranno i camion”. Il Pd: “Non sa di che cosa sta parlando”

“Doveva essere un Central Park, è diventato di nuovo un terminal dove entrano i Tir: una beffa’. Così il consigliere regionale Stefano Valdegamberi con una nota attacca l’amministrazione Tommasi che a breve giro risponde con il Pd: “Tir all’ex scalo merci? Valdegamber parla di cose che non conosce”.
Il botta e risposta mette in luce una delle scelte urbanistiche più sbandierate e meno concretizzate degli ultimi tempi, quella del progetto di recupero dello scalo merci ferroviario lungo viale Piave.
Secondo Valdegamberi “dal 26 aprile entrano i Tir in città. Scompaiono comitati e associazioni ambientaliste; con la sinistra al governo della città tutto si può. Passate le elezioni il sogno evapora. Non si parla più di Central Park. Non è più una priorità. Notizia di questi giorni (silenziata ad arte dalla politica) è che non solo i lavori promessi non partono ma dal 26 di aprile, proprio ora che mezza città è sequestrata dalle modifiche viabilistiche per i lavori della tramvia, al posto del Central Park ritorna un altro Park, non verde ma con la fila degli autotreni che da viale Piave gireranno attorno a Porta Nuova per andare a caricare o scaricare merci al nuovo terminal intermo”.
La replica dei consiglieri comunali del Pd è netta: “Valdegamberi dimostra di non conoscere le cose di cui parla e perde un’altra buona occasione per tacere. Le attività all’interno dello scalo ferroviario non sono una novità, ma sono presenti da anni. Saranno dislocate dalle Ferrovie soltanto con la realizzazione dello scalo al Cason, previsto nel 2028. Concordiamo sulla necessità di togliere il traffico pesante da Santa Lucia e dalle zone limitrofe, ma va fatto senza demagogia e bassa propaganda. Questa amministrazione comunale sta lavorando al futuro Central Park dal primo giorno che si è insediata. I tempi non sono imminenti e parleremo con i fatti, non con annunci e chiacchiere. Anche questo è un modo di fare politica diverso rispetto al passato.