Si arricchisce di nuovi clamorosi particolari la poderosa inchiesta giudiziaria della Procura di Trento con Dda (antimafia), Ros e Guardia di Finanza che sta scuotendo il mondo degli appalti e degli affari del Nord Italia, Trentino e Veneto in particolare, che ha portato a nove ordini di custodia cautelare tra cui il magnate austriaco René Benko, il commercialista tirolese Heinz Peter Hager, l’amministratore delegato di Heliopolis Paolo Signoretti e a 77 persone indagate tra le quali l’ex assessore all’Urbanistica Ilaria Segala in Giunta con l’allora sindaco Federico Sboarina. Il filone veronese dell’inchiesta, alla quale la Segala con il suo avvocato Forlani ha già dichiarato di ritenersi estranea e in grado di chiarire tutto, c’è la riqualificazione dell’ex scalo merci, il famoso Central Park, 450 mila metri quadrati da bonificare e reinventare, bandiera dell’amministrazione Sboarina. La gara era stata assegnata proprio a Signa Group di Benko e soci, risultati vincitori. Secondo l’accusa, Segala avrebbe però favorito Signoretti e Hager passando loro informazioni riservate in grado di favorirli nella aggiudicazione della gara. Un piatto ricchissimo, da 300 milioni secondo Signoretti, quello della rigenerazione urbana, e anche meritorio dal punto di vista urbanistico perché restituisce alle città aree abbandonate, degradate, da reinventare come nel caso dell’ex Scalo Merci che consentirebbe di ricucire la ferita ferroviaria che divide la città. L’ipotesi accusatoria quindi, come già anticipato dalla Cronaca di Verona nei giorni scorsi, è per la Segala di aver in concorso con Benko, Heinz Hager e Paolo Signoretti (rappresentanti della Supernova Spa) e Umberto Lebruto (ad di FS sistemi urbani) «turbato il regolare svolgimento della gara» indetta il 22 gennaio 2021. Segala, che è stata oggetto anche di perquisizione personale, locale e informatica è accusata di aver consegnato a Signoretti ancora nel dicembre 2020 alcuni documenti non ancora di dominio pubblico e riconducibili alla procedura di gara che sarebbe stata bandita solo nel gennaio successiva per creare nel Central Park scuole, uffici, residenze, strade. Segala, tramite il suo avvocato Forlani ha assicurato di aver fornito solo informazioni pubbliche e ufficiali senza aver mai favorito alcuno. Tuttavia, e qui emergono i nuovi dettagli dell’inchiesta, questi incontri tra Segala e i manager arrestati sono stati monitorati costantemente da Ros e Fiamme gialle, perché l’inchiesta è partita nel 2019. E quindi Ros e Fiamme gialle hanno sentito parlare frequentemente nelle intercettazioni questi soggetti tanto che gli incontri a Verona e Riva del Garda con Signoretti sono stati ampiamente documentati con intercettazioni ambientali e corredi fotografici. Hager e Signoretti potevano quindi progettare tranquillamente i loro investimenti su Verona potendo contare su un solido appoggio nell’amministrazione comunale. Ma non solo, perché questa storia si intreccia con un altro mega investimento: il cantiere dell’ex Manifattura Tabacchi che guarda caso è stato assegnato dall’allora amministrazione Sboarina alla società Supernova di Hager e Signoretti. Sempre loro. Un’operazione finita nel mirino prima che degli investigatori, dell’allora consigliere di opposizione Michele Bertucco che spiegava in un post su Facebook “i regali del Comune per l’ex Manifattura Tabacchi” con sconti per il credito edilizio, riduzione del costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione oltre al contributo di sostenibilità. In totale secondo Bertucco il tutto era quantificabile in oltre 4 milioni di euro. Ma tornando al centro della vicenda, nessun altro in Giunta era al corrente di queste decisioni e di questi incontri finiti ora al centro dell’inchiesta giudiziaria? La Segala, sempre che venisse dimostrata la tesi accusatoria, aveva deciso tutto da sola? Come mai Signoretti e Hager secondo quanto emerge dalle indagini si dissero dispiaciuti per la mancata riconferma dell’amministrazione uscente e delusi per la mancata rielezione del sindaco Sboarina e la vittoria di Tommasi? Domande spontanee, legittime, ma per le risposte ci vuole pazienza. Sempre nel rispetto della piena presunzione di innocenza perché tutti gli indagati si dichiarano, o negli interrogatori di garanzia o tramite i loro avvocati, estranei a qualsiasi condotta delittuosa.
Un boccone ghiotto che faceva gola. L’apertura dei cantieri è rimasta sulla carta ed è finita nella lunga lista degli annunci
Il gruppo di sviluppo immobiliare Signa Group al centro dell’inchiesta dell’Antimafia di Trento aveva messo non solo gli occhi ma anche le mani sull’operazione di riqualificazione del Central Park. Si erano aggiudicati la gara indetta dal Comune, ma i magistrati sospettano che fosse stata truccata e per questo è finita indagata l’assessora all’Urbanistica della Giunta Sboarina Ilaria Segala che respinge ogni addebito. Ma cosa doveva fare Signa Group? Dall’archivio dell’ufficio stampa del Comune ecco il comunicato e la foto della presentazione in Sala Arazzi dell’operazione dopo l’aggiudicazione della gara, ottobre 2021. “Non si arresta l’accelerata al progetto di riqualificazione dell’ex Scalo Merci di Porta Nuova, dove sorgerà un grande parco nel centro della città -diceva la nota di Palazzo Barbieri -. Parte infatti la nuova fase operativa, il tavolo tecnico coordinato dalla Regione a cui siedono Comune, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Provincia e Signa Group, sviluppatore immobiliare tra i più importanti d’Europa, che si è aggiudicato la gara indetta lo scorso gennaio da Ferrovie dello Stato per la trasformazione dell’area di 45 ettari”. Signa Group che faceva riferimento al magnate austriaco Benko (mandato d’arresto per lui e fallimento) e ai suoi bracci operativi Hager e Signoretti è al centro appunto dell’inchiesta che sta scuotendo Trentino e Veneto e non solo. Il comunicato riprendeva: “Il prossimo passaggio è la redazione da parte di Signa Group della variante urbanistica con le diverse funzioni dell’area. Un iter di qualche mese che si concluderà con l’approvazione del documento da parte della Regione e che darà il via alla vendita delle aree e alla contestuale apertura dei cantieri”. Infatti si dava notizia che era “già firmato il contratto tra Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Signa Group, che si impegna a redigere la documentazione necessaria a completare l’iter di variante urbanistica per realizzare le opere. A Signa Group sarà garantito un diritto di prelazione sull’acquisto delle aree interessate da esercitare durante la procedura di vendita”. Come tutti possono constatare la annunciata apertura dei cantieri è rimasta solo uno dei tanti annunci. Ma dietro a questa operazione c’era ben altro secondo le carte dell’inchiesta perché era un boccone troppo ghiotto per faceva affari riqualificando aree degradate. “Il Central Park diventerà il nuovo baricentro su cui orientarsi, la sostenibilità ambientale sarà uno dei suoi punti di forza oltre che elemento attrattivo per gli investitori che contribuiranno a rendere viva quest’area” diceva l’allora sindaco Sboarina.
Accelerata fuori dall’ordinario. Heinz Peter Hager, il presidente di Signa Italia, ostentava sicurezza
Cosa si doveva realizzare nel Central Park? Un parco pubblico per l’80 per cento, un vero campus scolastico, un polo delle scuole superiori cittadine che per la maggior parte oggi sono ubicate in centro storico. “Ad avvalorare il progetto, l’arrivo della nuova stazione dell’Alta Velocità di Verona Porta Verde, da dove gli studenti in arrivo dalla provincia raggiungerebbero le scuole senza ulteriori spostamenti”. E quel giorno di ottobre 2021, dopo la gara indetta da FS e aggiudicata a Signa, il sindaco Sboarina ne tesseva le lodi: “Oggi c’è l’operatore economico – diceva- ed è il più grande sviluppatore immobiliare a livello europeo, una garanzia di solidità, che non solo certifica l’attrattività del territorio nonostante il contesto storico legato alla pandemia, ma che ci permette di dare avvio al conto alla rovescia per la realizzazione dell’opera. La deadline resta il 2026, ma non escludo che vista la velocità con cui abbiamo impostato il processo di recupero dell’area e il livello dell’investitore, si possano addirittura anticipare i tempi”. L’ottimismo della volontà che si scontra come sempre con il pessimismo della realtà. Giudiziaria. E l’assessora Segala rincarava la dose: “Abbiamo dato all’opera un’accelerata fuori dall’ordinario – assicurava-. Ora a correre insieme a Comune, Regione e FS c’è anche Signa Group. Su questo grande progetto abbiamo ‘scollinato’, la dimostrazione viene anche dal collega assessore di Bolzano che mi ha chiesto come abbiamo fatto ad arrivare fin qui con tanta velocità, mentre loro sono ancora fermi”. Le spiegazioni forse stanno arrivando in questi giorni. E il commercialista Heinz Peter Hager, in qualità di presidente di Signa Italia, seduto in Sala Arazzi con sindaco e assessore, ostentava sicurezza: “L’Amministrazione Comunale e tutti i cittadini troveranno in noi un partner solido, disponibile e realmente capace di creare un valore aggiunto per tutta la comunità. In futuro attiveremo un ufficio anche a Verona, così da poter seguire passo dopo passo tutte le fasi di realizzazione di questo nuovo e motivante progetto”. Ora tutto però tutto è scoppiato. Come una bolla di sapone. MB
Chi è Renè Benko
Renè Benko (nella foto) è il magnate e titolare dell’azienda “Signa” (l’imprenditore è stato raggiunto da un mandato d’arresto europeo in Austria ed è stato sentito dalle autorità locali che lo hanno rilasciato, pertanto è libero). Secondo la ricostruzione degli inquirenti, a capo del sodalizio. Per il suo potere economico, uno dei promotori dell’associazione per delinquere. Rappresentato in Italia e strettamente collegato con Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti. Il commercialista Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Supernova, la società immobiliare specializzata nella rigenerazione urbana di cui sono soci fondatori. Supernova segue la riqualificazione anche dell’ex Manifattura Tabacchi. Tutti respingono le accuse e hanno chiesto di poter tornare al lavoro, dichiarandosi estranei a ogni comportamento delittuoso. Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti hanno sempre dimostrato di essere imprenditori capaci di muovere la politica locale per favorire Benko. Di rango inferiore rispetto a lui, ma dotati di piena autonomia nell’opera di infiltrazione del tessuto economico-sociale trentino e altoatesino, come ricostruiscono i giornali della provincia autonoma. Organizzavano gli aspetti di natura economico-finanziaria legati alle speculazioni edilizie. Erano punto di riferimento per tutti gli associati. Tanto che il gip di Trento Enrico Borrelli parla di “informazioni privilegiate” date con anticipo “rispetto a potenziali concorrenti e talvolta ottenute e in via esclusiva; l’intervento sui procedimenti amministrativi (da compiere o da aggirare). Tutto in aperto spregio della disciplina urbanistica”. Che sarebbe poi quello che secondo l’accusa sarebbe avvenuto proprio a Verona per il Central Park. A Verona questi imprenditori erano in campo per la riqualificazione dello scalo ferroviario, un investimento quantificato da Signoretti in 300 milioni, che sarebbe stato finanziato per il 60% da Signa e per il 40% da una società di Hager e dello stesso Signoretti. L’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto, pure lui presente alla conferenza stampa dell’ottobre 2021 in municipio, è indagato per aver turbato la gara per la valorizzazione dello scalo.