Centergross, alla sua seconda settimana di chiusura forzata dall’esplosione dell’emergenza Coronavirus – a seguito dei due Dpcm dell’11 e del 22 marzo che hanno imposto rispettivamente la chiusura dei negozi e lo stop alle attività produttive – lancia un forte grido dall’allarme al Governo.
Lo fa in rappresentanza delle oltre 400 aziende fashion – tra aziende molto strutturate e di grandi dimensioni ma anche piccole e medie – che compongono il più grande distretto della moda in Europa, una realtà da oltre 5 miliardi di euro di fatturato aggregato annuo e 6.000 lavoratori e lo fa chiedendo allo Stato di dare risposte e dettare una linea chiara per scongiurare il fallimento alle porte di tante delle imprese. Diversi imprenditori del distretto, tra i quali figurano marchi importanti come Imperial, Rinascimento, Gruppo Kaos, Kontatto, Vicolo, Souvenir, Susy Mix, Successori Bernagozzi, Tiemme Export e Ovyè hanno lanciato proposte concrete, chiedendo tra le altre cose, liquidità immediata e proroghe su pagamenti e tasse da versare.
Emma Tadei, direttore generale di Rinascimento, brand parte del Gruppo Teddy (2.892 dipendenti per un fatturato consolidato di 644 milioni di euro nel 2018), sostiene la necessità di «iniziare un percorso con le associazioni di categoria e con chi siederà al tavolo per decidere il prossimo decreto di aprile “Salva Italia”. Così come è importante continuare ad avere un rapporto diretto con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, con cui già Centergross dialoga da tempo, visto che molti temi sul commercio saranno di competenza regionale».
«Per ripartire bisogna avere chiare linee guida da seguire – è il pensiero di Federico Ballandi, titolare di Kontatto, azienda di 60 dipendenti e un fatturato di 23 milioni nel 2019».