Tra Verona ed Empoli, avversari lunedì sera al ‘Bentegodi’ nel match valido per la 13^ giornata del campionato di serie A, i precedenti, soprattutto nella massima serie, si contano sulle dita di una mano. Il nostro album dei ricordi si apre, invece, sull’incontro disputato domenica 18 maggio 2013, ultima giornata del campionato di serie B. Quella partita, però, aveva tutt’altro che il sapore della classica sfida di fine stagione. I toscani, guidati da Maurizio Sarri, avevano già in tasca la qualificazione come quarta classificata ai play off promozione mentre alla formazione gialloblù di Andrea Mandorlini serviva come il pane un misero punticino per ottenere, dopo undici lunghissimi anni, la promozione in serie A.
Sulla carta un incontro “incanalato” verso un risultato favorevole a entrambi ma con dietro l’angolo il rischio di incappare in pericolose sbandate.
«Ricordo benissimo quella partita – dice Luca Ceccarelli, uno dei protagonisti di quel Verona – ad altissimo coefficiente di difficoltà, dove tutto può sembrare scontato, ma in realtà non lo è per nulla».
Alla vigilia la città si preparava alla festa mentre la squadra si trovava davanti al fatidico ultimo chilometro dove era assolutamente vietato sbagliare. «I tifosi, tutti presi nei preparativi, non vedevano l’ora di festeggiare. Anche noi aspettavamo con ansia il giorno della partita ma sapevamo che dovevamo rimanere molto concentrati, perché ci aspettava l’ultimo sforzo. Paradossalmente le partite dove devi vincere per forza sono le più facili da preparare. Ecco perché in quel caso eravamo tutti molto tesi».
Ma il più agitato di tutti, era sicuramente Andrea Mandorlini, che si preparava a conquistare la seconda promozione in tre anni. “Il mister era tesissimo, ma lui lo era sempre prima di ogni incontro. L’obiettivo era finalmente vicino ma era importante tenere tutta la squadra sulla corda».
La partita, come tutti ricordano, non riservò fortunatamente cattive sorprese e l’Hellas, grazie allo 0 – 0 finale, potè finalmente festeggiare un successo atteso per tanto tempo. «Fu una sensazione bellissima – è il fermo immagine di Ceccarelli – per me ancora più forte perché sapevo che quella sarebbe stata probabilmente anche la mia ultima gara con la maglia gialloblù. Era cambiata la società e avevo messo in conto che in serie A il club avrebbe potuto fare scelte differenti. Per me, comunque, che ero arrivato in serie C in una stagione interlocutoria, si trattava di coronare un sogno, con due promozioni in tre anni».
Cinque stagioni con la maglia gialloblù rappresentano per il difensore di origini toscane un legame forte e indissolubile. «Verona, senza nulla togliere agli altri posti dove sono stato, è sicuramente la parte più importante della mia carriera. È il posto dove sono rimasto di più ed è la città dove mi sono sposato e dove, appena posso, torno a salutare gli amici. Per me è come se non me ne fossi mai andato».