Ospite d’onore per l’Inner Wheel Club Verona che, al Due Torri ha incontrato il prof. Stefano Zecchi, cui è stato assegnato il premio “Cultura è Rinascita”. La Presidente Nadia Miller, dopo aver ringraziato la dott.ssa Marzia Castellarin dell’AMMI, il dott. Giuseppe Costa della FEDER.S.P.E.V. e la Past President Paola Dalla Bernardina per essere riusciti nonostante il Covid a concretizzare questa interessantissima conversazione, ha presentato l’illustre ospite.
Stefano Zecchi è un filosofo, scrittore e opinionista italiano, ex professore ordinario di estetica presso l’Università degli Studi di Milano. È stato assessore alla cultura al comune di Milano, ha insegnato in diverse università italiane e straniere. È rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione presso l’UNESCO per la tutela dei beni immateriali. È Direttore dell’Istituto Internazionale di Scienza della Bellezza di Milano. Il pensiero di Goethe e del Romanticismo sono diventati i punti di riferimento essenziali dei suoi studi che lo hanno portato a concentrare le sue ricerche sul problema e sul significato della bellezza. Partecipa di frequente a talk-show televisivi di successo.
L’occasione dell’intervista condotta da Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire, è stata la presentazione del suo ultimo libro “Anime Nascoste”, sottotitolo: “Romanzo di una gioventù incendiata. L’altro Sessantotto”.
In questo romanzo ci consegna “il ritratto lucido e appassionato di una generazione incendiaria e incendiata, una storia di formazione politica che racconta in chiave inedita il Sessantotto dando voce ad una gioventù emarginata e ribelle, scivolata nella spirale di un estremismo vissuto con passione, disancorato dalla realtà dimostrando che ciascuno di noi è l’artefice di ciò che è e dei ricordi che lascia in eredità”.
In mezzo al fluire della grande storia Zecchi inserisce gli argomenti che gli stanno più a cuore come la figura del padre e la relazione padre-madre-figli sempre conflittuale eppure completa in sé, il significato dell’amore e della passione politica e sempre alto il valore della bellezza.
Il prof. Zecchi, durante la conversazione arricchisce questi argomenti con storie appassionate della sua vita personale e familiare a Venezia, con i ricordi della tragedia degli esuli giuliano-dalmati, vite umane disperate e senza orizzonti.
Un’ultima riflessione su un concetto che è stato il leitmotiv della sua vita di studioso e che ha approfondito anche in questo romanzo: il sentimento della bellezza.” Il tema filosofico-estetico della bellezza non è mai distruttivo, ma ha sempre in sé una forza progettuale e utopica. La bellezza apre un sogno e ha la necessità di trasformarlo in un’idea e l’idea in realtà: ecco perché rappresenta il “sottofondo” continuo del libro, ma anche della nostra vita”.