“Ci sei?”. “Sì, ci sono”. La videocamera puntata sulla tastiera del pianoforte. Un normale giorno di pandemia.
In collegamento con l’insegnante e le note iniziano a rompere il silenzio delle case. Sono i ragazzi dell’A.LI.VE.
(Accademia Lirica Verona) con sede nel chiostro di Sant’Eufemia. Lo stesso chiostro che questa estate ha permesso tra sedie distanziate e rondini che volavano rompendo la sua meravigliosa acustica, di assaporare uno stralcio di quell’Estate Teatrale Veronese che ha riscattato il silenzio delle scuole.
Questi ragazzi hanno recitato, suonato, cantato a distanza riuscendo a mettere insieme musica e parole, volontà e preparazione per offrirle al pubblico senza sapere se e quando e come qualcuno avrebbe potuto ascoltarli. Insomma, sono stati interpreti dell’amore e dal 15 giugno al 21 luglio hanno dimostrato la preziosità del gruppo, l’eredità del tempo, della gioia e della fatica spesi insieme per dare luce a concerti di voci bianche e coro giovanile con artisti di fama internazionale, spettacoli teatrali, concerti di musica da camera.
“L’arte è l’antidoto” e diventato il loro motto. E mai come ora, forse, le persone hanno bisogno del “bello”, di quella volontà di tornare all’armonia e alla luce dopo tanto silenzio. E così le stanze vuote si sono riempite di nuovo. La musica è ripartita. E il venerdì sera si va a cantare e a provare, per il gusto del bello, dello stare insieme, del “creare”.
Sono tante le iniziative che li vedranno protagonisti in questo particolare autunno. Un grande onore, per il coro giovanile diretto dal maestro Paolo Facincani, iniziare ricevendo il premio Terenzio Zardini 2020 e inaugurare l’Undicesima Edizione dell’Ottobre Musicale Terenzio Zardini con il concerto di sabato prossimo alle ore 21.00 nella Chiesa di San Bernardino. E se la pandemia li ha fermati, come la primavera è sbocciata comunque tra le strade deserte, si recheranno a Lucca per un concerto in Duomo.
Allieteranno il nostro Duomo con un Requiem studiato durante la quarantena, interpreteranno “La VitaNuova” di Dante, opere su testo di Buzzati in collaborazione con Paolo Valerio, andranno a Urbino e a Brescia, tenteranno di portare un coro in scena ne “Il festino di Banchieri”, parteciperanno al Festival di Ravenna.
Insomma, se reduci da una guerra si deve essere, meglio sia in condivisione di vera e sincera bellezza. “Il compito dell’arte è quello di provare a fare quello che la scuola ancora non può fare: ovvero creare il desiderio per un mondo nuovo, di immaginare il mondo”. Nella nostra bella Verona, un angolo di “musica e parole” esiste. Forza ragazzi! C’è tanto bisogno di sognare un mondo nuovo.