Un “Monte Baldo” anche in centro città. A partire dal 1909 per l’esattezza, quando la signora Tazzini di Caprino Veronese, decise di aprire il suo locale. Ora, la più conosciuta osteria scaligera in tema di tartine, è nelle mani di Simone e del papà Gianni Vesentini, che dal 2003 ne portano avanti la fama: “Mio padre è un oste storico e fa questo lavoro da oltre 40 anni, dopo aver gestito vari locali qui in città. Io in realtà sono subentrato nel 2014, da meteorologo qual ero, son tornato a lavorare in famiglia. E dall’impronta del bar/caffetteria che aveva, stiamo ampliando sia i locali sia le proposte culinarie”.
Non solo aperitivi mordi e fuggi quindi, ma piatti della tradizione e “abbiamo un risotto all’Amarone fantastico”. Anche se ogni volta che si passa da via Rosa, vedere quella vetrina colma di tartine, stuzzica la voglia di concedersi una sosta: oltre 30 versioni, da provare tutte, senza paura di sbagliare.
“Noi ne facciamo tra le 30/35 versioni diverse al giorno, con 3 tipologie di pane diverso: filoncini di
pane da farina 00, integrale, oppure la base può esser costituita dal pane al latte. Diciamo che i primi si abbinano bene per salumi o formaggi, quello al latte principalmente per le verdure. La più richiesta? Sicuramente tonno, maionese e capperi.
E della storia del locale cosa ci racconti?
Parte dalla signora Tazzini, che dalle pendici del Monte Baldo, da cui deriva appunto il nostro nome, decise di aprire una casa-bottega: sopra ci portò la famiglia e sotto la latteria. Scelse questo
posto, perché già allora la via era affollata, e ricca di botteghe artigianali.
Com’è cambiata questa zona negli anni?
Sono usciti di scena i grandi colossi bancari, e sono arrivati tanti turisti. Noi manteniamo i nostri clienti veronesi, ma cerchiamo anche di andare incontro a chi viene da fuori. Perché soprattutto gli stranieri non sono abituati al concetto di “aperitivo”, vogliono principalmente sedersi e mangiare comodi. Ed io sono molto soddisfatto di come ci stiamo adeguando, alla città che cambia”.
LA RICETTA: “Ecco le tre tartine più richieste”
Raccontaci 3 abbinamenti classici.
Quella al baccalà mantecato, parte dallo stoccafisso che facciamo ammorbidire per 72 ore, lo puliamo e quando è bello morbido, viene messo in una planetaria con tanto olio di girasole. Qui usiamo la base di pane croccante.
La seconda…
Quella con la cipolla caramellata, è con la cipolla di Tropea, lavorata con aceto, zucchero e messa a cuocere per 4/5 ore, per ottenere la “caramellizzazione” totale del prodotto, e infine raffreddata con l’abbattitore. Con questa usiamo il pane al latte.
E infine la più richiesta.
Non c’è molto da spiegare in realtà: noi usiamo un tonno di qualità, maionese, capperi e si mischia
tutto insieme nel mixer, finché non si si crea una bella crema, che poi abbattiamo. Base con il pane
croccante.
Vino da abbinarci?
Con la cipolla dolce un goccio di Recioto bianco di Verona, con le altre del Durello metodo
classico.
Prezzi?
Noi facciamo piatto di 10 tartine 15€, primi e secondi tra i 13-16€, dolci 7€.
EffeErre