Anche al Chievo, dopo la Paluani, è stato concesso il concordato preventivo (procedura concorsuale cui può ricorrere un debitore in stato di crisi, per tentare il risanamento, evitando così il fallimento). Come ha riportato il quotidiano Italia Oggi nei giorni scorsi: “Dopo l’esclusione del Chievo Verona dai campi di calcio della serie B disposta dalla Figc nella scorsa estate per inadempimento di 18 milioni di euro di debiti tributari e la richiesta di concordato avanzata poche settimane fa dalla controllante azienda dolciaria Paluani, il patron della società Luca Campedelli è stato costretto a chiedere tale procedura anche per il team gialloblu in mano al fratello. Qualche giorno fa, infatti, Monica Attanasio giudice del tribunale di Verona ha ammesso l’AC Chievo Verona al concordato preventivo nominando commissario Renzo Panozzo”. Ha aggiunto poi il quotidiano nell’articolo: “Nel ricorso presentato per conto della squadra dagli avvocati Carlo Trentini e Franco Zampieri si spiega che la crisi della società, fondata nel 1929 e di cui la Paluani detiene l’82,2% (oltre ad esserne stata principale sponsor e garante di debiti bancari tramite rilascio di fideiussioni fino a 11,7 milioni) è dovuta alle disposizioni della Figc contro le quali AC Chievo Verona ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Nelle more, comunque, per salvaguardare il marchio, è stata richiesta la procedura anche “confidando nell’apporto finanziario, all’occorrenza, dei soci e di terzi”. Nel redigendo piano concordatario, sarà poi coinvolta anche la controllata Chievo Verona Football&Fencing, titolare del centro sportivo Bottagisio, affittato alla Bottagisio Sports Center di Luca Campedelli, struttura che genera “una significativa redditività”. Italia Oggi ha ricordato poi le tappe della vicenda. “L’affaire” delle finte plusvalenze all’origine dei guai del Chievo, si era già tradotta nel crac dell’AC Cesena, fallita nel 2018, al centro di un’indagine per bancarotta da parte della Procura di Forlì denominata “Fantacalcio”: nello scorso mese di giugno i sostituti procuratori Filippo Santangelo e Francesca Rago, d’accordo con il procuratore Maria Teresa Cameli, hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per 16 indagati, tra cui, oltre a Campedelli, l’ex presidente cesenate Giorgio Lugaresi. Secondo gli inquirenti, Cesena e Chievo avrebbero effettuato delle reciproche compravendite di calciatori minorenni che, in realtà si verificavano solo cartolarmente a valori del tutto sproporzionati. L’udienza preliminare si terrà il 21 gennaio prossimo davanti al Gup Giorgio Di Giorgio: Campedelli rischierà di essere mandato a processo insieme ad altri 15 imputati“.
Fabio Ridolfi